[A cura di: avv Gerardo Michele Martino, presidente Mapi – www.mapi.it] Qual è l’indice di gradimento degli amministratori di condominio riferito alla propria attività? Si ritengono soddisfatti? Valutano positivamente il ritorno economico del proprio impegno quotidiano? Pensano che la propria attività sia impegnativa e stressante?
Per rispondere a queste domande il Mapi (Movimento amministratori e proprietari di immobili) ha progettato un sondaggio on line scegliendo un campione rappresentativo tra i propri iscritti.
Gli amministratori di condominio condividono con altre categorie professionali odiosi luoghi comuni.
Nella realtà, invece, l’attività è molto complessa e carica di responsabilità; per esercitarla è indispensabile avere una competenza multidisciplinare, contabile, giuridica, tecnica e cognitivo relazionale.
Il campione rappresentativo è costituto da 100 amministratori di condominio iscritti al Mapi. La prima parte dell’intervista è stata strutturata per qualificarlo. Molto interessante è stato poter verificare, che, nonostante i luoghi comuni che vedono l’amministratore come un soggetto dequalificato, il 44% degli intervistati ha dichiarato di essere laureato, addirittura il 24% ha dichiarato di avere anche un’abilitazione ordinistica.
Il 46% degli intervistati ha dichiarato di operare nel Nord Italia, il 27% nel Centro Italia, il 22% nel Sud Italia 22% e 5% nelle isole. Quasi la metà degli intervistati 48% ha dichiarato di svolgere la propria attività non in strutture organizzate, ma in modo autonomo.
La seconda parte dell’intervista è stata indirizzata a testare il grado di soddisfazione degli amministratori di condominio: ebbene, la maggioranza degli intervistati si è dichiarata soddisfatta della propria attività, ritenendola impegnativa, il 47% molto impegnativa.
Decisamente bassa la soddisfazione economica, il 46% ha dichiarato di non essere pagato adeguatamente per l’attività di amministratore condominiale esercitata. Molto alto il disagio per gli amministratori causato dalla gestione delle morosità condominiali, il 40% degli intervistati la ha dichiarata quale parte meno soddisfacente della propria attività, mentre la parte più gratificante, per 55% degli intervistati, si è rivelata la gestione dei condòmini, quindi la gestione del rapporto umano.
Il rapporto con gli amministrati, però, non risulta sempre facile: il 37% degli intervistati ha dichiarato che i condòmini non sono assolutamente consapevoli delle difficoltà che l’amministratore incontra nell’esercizio dell’attività e il 54% ha ritenuto di essere poco supportato dai condòmini. In ogni caso, la maggioranza si è dichiarata disponibile ad aumentare il numero dei condomìni gestiti.
Molto interessante il dato sulle competenze necessarie per svolgere l’attività. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il 30% degli intervistati ha ritenuto che per l’amministratore di condominio sia indispensabile possedere competenze cognitive – relazionali, il 28% competenze giuridiche, minori percentuali hanno collezionato le competenze; contabili, tributarie, tecniche e amministrative.
Schiacciante la maggioranza, 96% degli intervistati, che ha ritenuto l’attività di amministratore condominiale complessa.
Lo studio contribuisce a dare uno spaccato dell’attività ritenendosi utile anche per sfatare luoghi comuni sugli amministratori, che maggiormente alla luce dei recenti avvenimenti sono da considerarsi assolutamente obsoleti.
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