Se il Forum delle associazioni storiche di venerdì 21 ottobre e gli Stati generali di sabato 22 hanno comprensibilmente attirato in maniera preponderante l’attenzione degli amministratori condominiali e delle realtà che li rappresentano, un ulteriore valore aggiunto a CondominioItalia Expo è stato senza dubbio offerto dalla due giorni del “Congresso europeo sull’efficienza energetica degli edifici in vista dell’obiettivo 20-20-20”.
Le tre sessioni del dibattito (quelle sulle politiche e le tecniche della riqualificazione degli immobili, andate in scena giovedì 20 ottobre, e quella dedicata alle esperienze internazionali, protagonista della mattinata di venerdì 21) hanno fornito il quadro completo e dettagliato di un problema che in Italia – a quanto è emerso – assume proporzioni ancora più ingenti di quanto non si stia già verificando in un contesto europeo che complessivamente ancora arranca nella promozione di un’edilizia in grado di contenere i consumi energetici, ma che vede realtà – si pensi ad esempio al Portogallo, rappresentato dall’ingegner Manuel Casquico di Adene, Portuguese Energy Agency – che paiono molto più all’avanguardia del Bel Paese in materia di efficientamento degli immobili, a dispetto di un sostegno statale generalmente inferiore dal punto di vista fiscale.
Allora la domanda che più di ogni altra viene da porsi è: perché in Italia circa il 70% degli edifici condominiali continua ad essere in una classe energetica estremamente bassa? Ognuno dei relatori che si sono avvicendati sul palco del Congresso ha fornito uno spunto di riflessione da solo insufficiente a darvi una risposta, ma comunque tale da contribuire, insieme agli altri, a fotografare lo scenario nazionale.
I bonus fiscali, innanzitutto: gli incentivi ci sono, ed è anche grazie a questi che gli investimenti in materia di riqualificazione efficiente degli immobili crescono di anno in anno fino ad aver superato i 5 miliardi di euro nel 2015. Però, la ripartizione delle detrazioni in 10 anni è poco appetibile, e uno strumento quale la cessione del credito da parte dei condòmini incapienti alle aziende che effettuano i lavori, è – fino ad ora – quasi completamente inutilizzato, come rimarcato dalla dottoressa Sonia Tripaldi della direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia Romagna.
Ma c’è decisamente di più. Dal punto di vista degli utenti, infatti, il problema dei consumi energetici (che potrebbero abbattersi investendo sulla riqualificazione immobiliare) è avvertito in misura estremamente ridotta. Da qui tutte le iniziative di informazione e comunicazione messe in campo dall’Enea e dettagliate dall’architetto Antonio Disi.
La logica più diffusa, però, è sempre quella di vedere le ristrutturazioni finalizzate all’incremento dell’efficienza come una spesa da sostenere in un immediato economico già difficile, a fronte di risparmi che si vedranno (e nemmeno tutti ne sono convinti) soltanto in futuro. Ecco perché sempre più realtà (private o in partnership con il pubblico) stanno cercando di dar vita a piani di efficientamento degli edifici che si ripaghino, in tutto o in parte, con i risparmi conseguiti dai destinatari (principalmente i condòmini). E in quest’ambito la parola d’ordine è ormai: Deep Renovation, e cioè quella riqualificazione profonda e complessiva dei palazzi, in grado anche di rendere maggiormente efficaci misure invise a molti quali l’obbligo della contabilizzazione del calore, oggetto di apposita relazione da parte del presidente di Fna, Silvio Rezzonico.
Le esperienze portate da Green Building Council Italia, da Legacoop Bologna con il progetto Re-Build, da Acer in materia di social housing; e ancora, dal Politecnico di Torino e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna; e dai Consigli nazionali di architetti, ingegneri, geometri, così come da Cna, dimostrano che in Italia le idee e la professionalità per metterle in atto non mancano di certo. A latitare, piuttosto, è talvolta l’aspetto finanziario che dovrebbe sostenerle, e molto più spesso la politica che dovrebbe indirizzarle nell’alveo di una pianificazione di lungo periodo.
Come rimarcato dall’ingegner Attilio Raimondi, dell’assessorato al Piano energetico della Regione Emilia Romagna, quelli dell’efficienza energetica e del rispetto ambientale sono temi che coinvolgono diversi comparti: i trasporti, la mobilità, il sistema elettrico, l’impiantistica termica. In tutti questi ambiti, con in testa, tuttavia, il settore dell’edilizia (condominiale) dovrebbe prevalere la filosofia portante che l’avvocato Nerio Marino, presidente di Uppi International, ha sintetizzato nell’acronimo S.E.R.: ovvero Sicurezza, Efficienza, Risparmio. Gli imperativi che ci impone l’Europa. Le parole chiave di cui CondominioItalia Expo ha provato a farsi portavoce.