Prosegue la nostra carrellata di pareri e resoconti a seguito del tavolo tecnico svoltosi giovedì 9 maggio, a Roma, nel cui ambito le principali associazioni dell’amministrazione condominiale e della proprietà immobiliare si sono confrontate dinanzi al sottosegretario alla Giustizia, onorevole Jacopo Morrone, in materia di registro degli amministratori di condominio.
Dopo le reazioni espresse da Abiconf , Confai, BmItalia ed Acap, pubblichiamo oggi quelle di Federproprietà, per voce del vicepresidente nazionale, avvocato Francesco Granato: “Nel corso del dibattito, in molti hanno esclusa l’istituzione di un Albo vero e proprio, considerata una soluzione, allo stato attuale, non perseguibile né necessaria; la gran parte degli intervenuti ha invece convenuto con il Sottosegretario di Stato che l’istituzione di un registro degli amministratori di condominio ad inserimento telematico, ovviamente reso pubblico e mantenuto a disposizione degli utenti, potrebbe rappresentare la via migliore per affrontare la necessità più impellente, ravvisata nella certezza e nella permanenza dei requisiti in capo a quanti operano nel settore con delicate e crescenti responsabilità”.
Intervenendo nel dibattito, Granato ha evidenziato come “Federproprietà, in quanto rappresentante delle degli interessi dei soggetti amministrati, tutti proprietari di casa spesso in condominio, ma anche come organismo che associa interi stabili condominiali, ha titolo, interesse e competenza sulla materia. Ha quindi espresso compiacimento per l’iniziativa del Sottosegretario e proposto un percorso di avvicinamento alle future regole sulla professione di amministratore agendo da subito sui fattori di crisi che spingono verso l’ipotesi del registro: il caos che sta avvenendo nella formazione e l’incertezza soggettiva del personale formato”.
Il vicepresidente di Federproprietà ha, quindi, sollecitato “maggiori controlli sui soggetti abilitati alla formazione, l’esclusione dei corsi telematici poco controllabili e la previsione di uno strumento unitario che consenta, almeno, di ricercare e verificare l’avvenuto assolvimento degli obblighi formativi in capo agli amministratori. La pubblicità di questi dati, se assicurata presso un soggetto istituzionale pubblico, potrebbe già configurare una sorta di elenco cui tutti gli interessati potranno fare riferimento”.