[A cura di: Confappi] Qualora un condominio sostituisca con delle griglie una parte del suolo pubblico creando intercapedini, al fine di migliorare il godimento dei locali sotterranei dell’edificio, è tenuto a pagare il Cosap (Canone per l’occupazione permanente di spazi ed aree pubbliche) al Comune in cui è ubicato l’immobile, anche in assenza di una concessione rilasciata dalla pubblica amministrazione. Lo ha deciso la Cassazione con l’ordinanza n. 1435 del 19 gennaio 2018.
La Corte ha osservato come “già nella vigenza del Regio Decreto 14 settembre 1931 (…) che aveva introdotto la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, questa Corte aveva affermato che la stessa era dovuta non in relazione alla limitazione o sottrazione all’uso normale e collettivo di parte del suolo, ma in relazione all’utilizzazione particolare (o eccezionale) che ne traeva il singolo, sicché, qualora il proprietario del suolo gravato da servitù pubblica di passaggio avesse sostituito una parte del piano di calpestio con griglie, al fine di migliorare il godimento dei locali sottostanti al suolo, il medesimo si sarebbe venuto a trovare in una situazione di utilizzazione particolare dell’area stessa, che costituiva il presupposto per l’applicazione della tassa (Cass. 11/03/1996, n. 1996)”.
Riguardo alla concessione, nel caso in oggetto assente, la Corte Suprema ha specificato che “quando vi sia un’occupazione di fatto del suolo pubblico” l’assenza di tale formale concessione è del tutto irrilevante. Di conseguenza, oltre al pagamento delle spese processuali, il condominio è obbligato a versare il canone comunale, secondo le tariffe predisposte dall’amministrazione cittadina.