[A cura di: Lucia Rizzi, presidente Anapic – www.anapic.it] Avvicinandosi la cosiddetta “Fase due”, almeno secondo le dichiarazioni delle autorità, si presenta la necessità di prestare particolare attenzione alla medicina del territorio, che si è rivelata importantissima nella lotta alla malattia. Soprattutto, andranno potenziate le c.d. USCA, le unità di assistenza domiciliare, gli esami a tappeto nelle aree geografiche e relazionali secondo un criterio decrescente di rischio che sta alle autorità definire.
È evidente che anche gli amministratori possono dare il loro contributo, e questo a prescindere dalle app “Immuni” di cui si chiede l’installazione.
Essi amministratori infatti possono fungere da interfaccia con le autorità.
Per esempio, considerato che, purtroppo, molti focolai di infezione sono o domestici o condominiali, gli amministratori possono coordinarsi con le USCA affinché concentrino in un unico intervento condominiale tutte le diagnosi e tutti i trattamenti da eseguirsi nel vicinato, con risparmio di tempo, aumento dell’efficienza, maggior tutela della salute.
ANAPIC invita quindi i propri associati a offrirsi per detta opera e auspica di trovare un orecchio attento nelle autorità competenti.