“Adottare nuove misure per il settore condominiale al fine di rendere valida l’assemblea in videoconferenza”. È l’istanza inoltrata da Confassociazioni al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Come spiega Franco Pagani, vice presidente vicario aggiunto di Confassociazioni, nonché docente straordinario di Finanza Aziendale Asset e Valutazioni Immobiliari presso l’Università Mercatorum, «la nostra è una richiesta finalizzata a permettere la convocazione in forma telematica e lo svolgimento delle assemblee condominiali in videoconferenza. Ad oggi, stante l’incertezza dell’interpretazione normativa e la divisione della dottrina sul punto, riteniamo forte il rischio di impugnazione della validità delle assemblee condominiali che dovessero tenersi in forma di videoconferenza, e dunque un conseguente incremento del contenzioso. Eppure con il Decreto Legge Cura Italia del 17 marzo scorso, è stata prevista la possibilità di tenere in modalità videoconferenza riunioni di assemblee, tra le altre, di società di capitali, la cui normativa, in via analogica e residuale, per quanto non espressamente previsto, si applica anche alla materia condominiale».
«Confassociazioni – ha continuato Pagani – che attualmente raccoglie 612 associazioni professionali e d’impresa (di cui una ventina nel settore del management condominiale) rappresenta oltre un milione di professionisti iscritti e di circa 209 mila imprese. Ebbene, sulla scia di questi numeri sentiamo la necessità di evidenziare questo punto suggerendo al Ministro Bonafede una serie di modifiche, piccole ma essenziali, come l’introduzione, nel Registro d’anagrafe condominiale, degli indirizzi di posta elettronica ordinaria dei condòmini, che l’amministratore utilizzerà per attivare la partecipazione in videoconferenza. Molte delle nostre associazioni si stanno mobilitando in tal senso, con un particolare plauso a Lorenzo Cottignoli, presidente della LAIC, che per primo ha sollevato la questione».
«È evidente – ha sostenuto ancora il vice presidente vicario aggiunto – che l’attuale divieto di assembramento comporta, tra le proprie conseguenze, l’impossibilità di dare corso alla gestione del patrimonio immobiliare. Senza dimenticare che, non potendo riunire i condòmini almeno fino al 3 aprile (ma temiamo che il termine si protragga oltre), sarebbe difficile provvedere al pagamento delle forniture e mantenere in essere i servizi condominiali con rischi di vera e propria paralisi del settore. Eppure, proprio in momenti come questi appare indispensabile garantire continuità ed efficienza dei servizi a tutte le famiglie costrette a rimanere presso le proprie abitazioni».
«Ovviamente le nostre sono solo suggestioni che consideriamo strategiche e meritevoli di attenzione da parte del ministro della giustizia Bonafede – ha concluso il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana (nella foto) -. Che le soluzioni tecniche siano quelle proposte o altre che la struttura ministeriale saprà trovare, si tratta comunque di una questione che deve essere affrontata con estrema urgenza onde evitare il blocco. Per questo ci siamo attivati: da parte di Confassociazioni c’è la volontà di voler contribuire in modo fattivo soprattutto in occasione di un’emergenza come quella che stiamo vivendo tutti».