[A cura di: Consulta nazionale delle associazioni degli amministratori di condominio: Abiconf, Aiac, Anammi, Anapi, Apac, Arai, Mapi] Un Registro Nazionale degli Amministratori di Condominio, promosso direttamente dalla Consulta Nazionale delle Associazioni nel pieno rispetto e per la valorizzazione delle norme vigenti, e per colmare alcune lacune del complesso normativo di riferimento. È questa l’iniziativa che ABICONF, AIAC, ANAMMI, ANAPI, APAC, ARAI e MAPI propongono per sostenere con forza e credibilità i professionisti del condominio, messi in difficoltà dalla crisi economica, dalla concorrenza sleale di operatori non sufficientemente formati o assistiti o addirittura da soggetti non professionisti che amministrano il condominio ove semplicemente possiedono un immobile.
Da tempo, infatti, le organizzazioni di categoria che fanno riferimento alla Consulta Nazionale lamentano alcune criticità del istituto del condominio e dello stesso DM 140 del 2014, in merito ai requisiti professionali dell’amministratore e soprattutto chiedono la cancellazione del disposto che permette al singolo condomino – mero proprietario di un immobile – di essere nominato amministratore senza alcuna specifica formazione professionale; il disposto di cui al secondo comma dell’articolo 71 bis delle disposizioni di attuazione è in aperto contrasto con la professionalizzazione dell’amministratore di condominio.
Per esercitare l’attività di amministratore, la legge impone per tutti – tranne per l’amministratore nominato tra i condòmini – il diploma di scuola superiore, di seguire un corso di almeno 72 ore per la formazione di base e di non avere addebiti di tipo penale.
I problemi, sottolineano dalla Consulta Nazionale, nascono dalla formazione iniziale e proseguono con l’aggiornamento annuo, trattandosi di attività che possono anche essere organizzate da gruppi di soggetti che si riconoscono nei requisiti per assumere la carica di responsabile scientifico e formatori e dunque anche in maniera del tutto avulsa dal sistema associativo e da quel processo formativo di crescita e di controllo sull’associato tipico delle associazioni di categoria iscritta al MISE, ed in particolare delle associazioni che rilasciano l’attestato di qualità.
“Purtroppo, a volte, le competenze esistono spesso soltanto sulla carta – ribadisce la Consulta Nazionale delle Associazioni degli Amministratori di condominio – e così proliferano attestati di ogni tipo rilasciati da i più disparati enti penalizzando così i professionisti, che investono tempo e denaro sulla propria formazione, e le stesse associazioni, che sostengono apposite strutture formative ad esse collegate per garantire nel tempo competenze e aggiornamento dei professionisti associati”.
“La formazione professionale degli amministratori è storicamente in capo alle associazioni degli amministratori di condominio (anche quando non interessava a nessuno!) e nell’interesse della categoria e dei consumatori deve essere riconosciuta formalmente in capo alle associazioni”.
La Consulta Nazionale ha deciso di promuovere un progetto per l’istituzione di un Registro degli amministratori di condominio. “Nessuno come le associazioni di categoria, con anni di esperienza alle spalle, può verificare l’effettiva competenza di un professionista – spiegano dalla Consulta -. Ecco perché abbiamo pensato ad un Elenco agile. Requisiti e regole del Registro saranno quelle della Legge 220 del 2012 e del DM 140 del 2014”.
Il progetto di Registro non vuole tagliare fuori le istituzioni ma anzi, al contrario, confida nella loro collaborazione soprattutto per tutte quelle modifiche normative volte alla valorizzazione dell’impegno, della competenza ed anche dell’etica della categoria.
“Se abbiamo deciso di proporre un progetto tutto nostro, annunciandolo in anteprima in un’ottica di trasparenza, è anche per evitare il rischio di vedere proporre da realtà poco rappresentative o da soggetti in cerca di pubblicità, e con un forte ego, il solito albo, registro, sindacato o organismo unitario, semmai corredato da ingiustificati balzelli e senza alcuna effettiva utilità per la categoria.
Gli amministratori non vogliono essere un oggetto ma soggetto attivo nella determinazione del proprio destino ed ecco il motivo d’interessamento diretto della Consulta Nazionale, posta l’ampia e collegiale rappresentatività della medesima”.