Coronavirus: le 10 proposte dei revisori condominiali in un emendamento al Cura Italia
[A cura di: Recert – Associazione dei Revisori Condominiali Certificati] «Raccogliendo le numerose istanze pervenuteci dai nostri associati, molti dei quali oltre ad essere revisori sono anche amministratori di condominio, abbiamo fatto presentare in Commissione Bilancio al Senato un emendamento al decreto Cura Italia». Lo comunica Giuseppe De Pasquale presidente nazionale Recert (Associazione dei Revisori Condominiali Certificati).
«Riteniamo che in questa grave situazione emergenziale, in cui è stato imposto a tutti di restare a casa – precisa De Pasquale – la figura dell’amministratore condominiale rivesta un ruolo di primaria importanza considerando che, quando parliamo di casa, per l’80% ci riferiamo ad abitazioni in condominio.
Da qui le nostre proposte, racchiuse in un unico articolo, da inserire nel provvedimento normativo che abbiamo identificato con il titolo di Disposizioni in materia condominiale.
Ringrazio il Segretario Nazionale di Recert per il prezioso lavoro di collegamento tra le diverse Istituzioni, così come gli esponenti del Governo, della Commissione Bilancio del Senato per il loro sostegno e in particolare il Senatore Dario Damiani che sta perorando convintamente le nostre proposte».
Le 8 proposte di Recert
«Andando per ordine – precisa il presidente di RECERT – il testo dell’emendamento da noi predisposto prevede in sintesi:
- l’obbligo di procedere ogni due settimane alla sanificazione delle parti comuni e di lavoro del condominio;
- un contributo, sotto forma di detrazione fiscale per i condomini, fino a dieci mila euro a condominio relativo al 2020, per il costo della sanificazione;
- chiarisce che chi esercita la professione in base al codice ATECO 68.32.00 può continuare a lavorare, pur favorendo, se possibile, la procedura in smart working;
- l’obbligo da parte della Protezione Civile e delle Autorità competenti di informare l’amministratore se ci sono persone positive al COVID-19 o che risultano in quarantena all’interno del condominio;
- il divieto per l’amministratore di riscuotere le quote condominiali presso il proprio studio o presso il condominio, limitandone il versamento direttamente sul conto corrente intestato al condominio;
- la proroga del mandato dell’amministratore nel caso fosse scaduto o stia per scadere in questo periodo, garantendogli così pieni poteri di rappresentanza per fronteggiare qualunque necessità dovesse presentarsi e mantenendo il diritto all’onorario;
- il rinvio ad un massimo di 12 mesi per la presentazione e per la convocazione dell’assemblea in cui approvare il rendiconto consuntivo dei condomini la cui gestione, per il 2019, si è conclusa a partire dal 31 luglio al 31 dicembre 2019;
- la possibilità per l’amministratore di emettere rate ordinarie uguali a quelle dell’ultimo preventivo di spesa che risulta approvato;
- la sospensione del servizio di portierato, sorveglianza e giardinaggio se non possono essere garantiti idonei parametri di sicurezza per i dipendenti del condominio previsti dalle varie normative vigenti. In questo caso la sospensione del contratto di lavoro subordinato di queste figure dovrà essere disciplinata entro 30 giorni dal Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze;
- infine, abbiamo individuato una possibile procedura che permetta in questa fase emergenziale lo svolgimento delle assemblee on-line, ma potrà essere applicabile solo in quei condomini in cui tutti i partecipanti, nessuno escluso, abbiano la PEC e possano usufruire di una connessione Internet idonea a rimanere collegati per tutta la durata dell’assemblea.
Purtroppo – conclude Giuseppe De Pasquale – allo stato attuale la tecnologia non è alla portata di tutti i condòmini. Occorre stare molto attenti, non possiamo permettere che si inneschi un processo pericoloso perché viene leso il diritto di partecipare adeguatamente all’assemblea anche di un solo condomino, rischiando inoltre costanti impugnazioni delle delibere assembleari».