Corsa all’assemblea telematica, Rizzi (Anapic): “Ma è davvero così necessaria?”
I pochi aspetti in materia condominiale disciplinati dal decreto Rilancio con l’articolo 212 ter (vale a dire la proroga di 6 mesi per la durata in carica dell’amministratore in scadenza di mandato e per la convocazione dell’assemblea per l’approvazione del rendiconto) non risolvono quelli che sono da più parti considerati come i problemi principali in capo al condominio: dalla riscossione delle quote con il relativo rischio di un incremento della morosità; all’impossibilità di convocare un’assemblea che non rischi di essere impugnabile.
Nelle scorse settimane, proprio intorno all’opportunità o meno delle cosiddette assemblee telematiche (o da remoto) si è incentrato per buona parte il dibattito in seno alle rappresentanze dell’amministrazione condominiale.
Un tema particolarmente sentito da Anapic, la cui presidente nazionale, Lucia Rizzi, torna sull’argomento, ribadendo che “L’assemblea telematica presenta enormi problemi pratici (convocazione, necessità che tutti i convocati abbiano i dispositivi, necessità di una connessione contemporanea, continua e costante da parte di più soggetti, costi rilevanti, problema delle deleghe, ecc.), il tutto a fronte, il più delle volte, alla non necessità di svolgere l’assemblea per diversi motivi, ad esempio:
- non serve per eseguire le opere già deliberate, ma sospese a causa dell’emergenza sanitaria;
- non serve per chiedere il pagamento del preventivo già approvato;
- non serve per eseguire le opere urgenti (riparazioni, interventi, ecc.) che, proprio in quanto urgenti avrebbero già dovuto essere eseguite senza attendere la lunga procedura assembleare. In casi di necessità ed urgenza, può l’amministratore provvedere e riferire nella prima assemblea utile. Inoltre, considerando la situazione ancora incerta, risulta difficile deliberare opere straordinarie, vista la possibilità che si possa ripresentare un nuovo lockdown;
- non si possono imputare colpe all’amministratore, al fornitore o al condominio, se non si sono potute svolgere: assemblee, eseguito lavori, visto le norme introdotte con l’emergenza COVID-19 in primis sulla situazione sanitaria nazionale;
- non si vede come vi possano essere i presupposti per redigere nuovi preventivi, vista la precarietà, anche sotto il profilo delle misure adottate e da adottare, della situazione economica. Stante l’incertezza sugli interventi economici, risulta difficile redigere un bilancio consuntivo e attendersi che quanto previsto e consuntivato verrà poi pagato e/o troverà attuazione;
- inoltre, considerando le norme a cui dovranno attenersi gli amministratori nella conduzione e svolgimento delle assemblee, sia tradizionali che telematiche (distanziamento, telematizzazione ecc.), questo comporterà un aumento dei costi dell’assemblea stessa. Aumento allo stato che non è possibile quantificare.
Per tali ragioni, è necessario attendere le disposizioni del Governo centrale e locale in materia condominiale. Non per ultimo, si evidenzia la necessità di predisporre e prevedere protocolli sanitari per le riunioni in condominio, anche per evitare il ricadere di responsabilità e costi su amministratori e condòmini.