CROLLI STRUTTURALI, ANAIP: “NON SI INCOLPI SEMPRE L’AMMINISTRATORE CONDOMINIALE
- Redazione
- 28 gennaio 2016
“Dopo l’ennesimo crollo parziale della palazzina in condominio, fortunatamente questa volta senza morti e feriti, riteniamo doveroso che si faccia chiarezza sulle responsabilità che in questi casi vengono imputate all’amministratore del condominio, il primo, quasi sempre, ad essere incolpato ingiustamente e senza motivo”. Lo sostiene l’Anaip (Associazione nazionale amministratori immobiliari professionisti) a seguito del crollo di alcuni piani di una palazzina sul Lungotevere Flaminio a Roma. “La nostra – spiegano dall’associazione – non vuole essere una difesa di parte, visto che ad oggi nessuno dei nostri associati è mai stato coinvolto in queste tragedie, ma vogliamo far emergere come troppo spesso la figura dell’amministratore rappresenti il capro espiatorio in quasi tutti i crolli di questo tipo. Sono anni che denunciamo come all’amministratore di condominio non vengono dati gli strumenti necessari per essere informato dello stato delle singole unità immobiliari. Dopo il crollo della palazzina al portuense, sempre a Roma nel 1998, l’amministratore è stato prosciolto da ogni accusa, non potendo sapere quanto avveniva all’interno di un locale privato. Da allora si sono avute diverse normative locali e nazionali in materia di sicurezza, ma mai nessuna, nonostante le nostre proposte, ha messo l’amministratore in condizione di avere più poteri al fine di ottenere obbligatoriamente dai condòmini informazioni e perizie preventive relative ai lavori di ristrutturazione che avvengono nelle abitazioni private”.
Anaip, quindi, a prescindere dal caso specifico, punta piuttosto l’indice, in termini generali, contro i residenti degli stabili: “Quasi sempre la responsabilità di questi crolli è dovuta agli abusi edilizi che compiono gli stessi condòmini all’interno dei loro appartamenti, danneggiando o addirittura abbattendo travi, colonne e muri portanti che, ricordiamo, sono parti comuni dell’edificio, anche se rientrano nella proprietà privata. Per non parlare dell’eccessivo carico provocato da vasi e altri suppellettili posti sulle terrazze di pertinenza della propria abitazione o sui lastrici solari di uso esclusivo, ma che fanno da tetto a tutto o a parte del condominio. Dopo questo ennesimo incidente, del quale gli Organi competenti accerteranno con precisione cause e responsabilità, ci auguriamo che Comuni, Regioni e Governo ci ascoltino, nell’interesse di tutti i cittadini, conferendo all’amministratore maggiori poteri di veto, di accesso nelle proprietà private e la possibilità di fare effettuare indagini strutturali, nonché fornirgli strumenti che gli consentano di ottenere un aggiornato sullo stato dei luoghi in tempo reale”.
Ma sulla disgrazia di Roma è tornato anche il Codacons, per voce del presidente Carlo Rienzi: “Vogliamo sapere chi ha concesso i permessi per i lavori di ristrutturazione nella palazzina crollata sul Lungotevere a Roma, e sulla base di quali criteri sia stata data l’autorizzazione. Si tratta senza alcun dubbio di una tragedia sfiorata. Gli inquilini della palazzina parlano di lavori di ristrutturazione negli appartamenti, ed è quindi necessario capire se tutto fosse a norma, ma soprattutto se vi sia stata una autorizzazione da parte del Comune o di altro ente, e sulla base di quali presupposti. La Procura deve indagare a tutto campo, valutando anche possibili responsabilità dell’amministrazione comunale sul fronte della vigilanza e dei controlli”. Il Codacons ha intanto offerto assistenza legale agli inquilini del palazzo, ai fini del risarcimento dei danni subiti e dei pericoli corsi, nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili del crollo.