Dopo Abiconf anche Anammi interviene sul Decreto Legge 124 del 26 ottobre 2019, dicendo no all’aggravio di costi e adempimenti per gli amministratori condominiali causato dal nuovo provvedimento, che impone il versamento delle ritenute per i dipendenti di imprese appaltatrici o subappaltatrici a carico del committente, quindi anche del condominio, senza possibilità di uso dei propri crediti in compensazione.
In pratica, nel caso di prestazioni rese da un’impresa appaltatrice di un servizio – un esempio classico è quello della pulizia dei locali condominiali – sarà la stessa impresa che dovrà comunicare l’elenco dei lavoratori impiegati nel condominio nel mese precedente, le ore di lavoro prestate, le retribuzioni e le ritenute, per poi versare al committente, su un conto corrente appositamente creato, l’importo corrispondente alle somme dovute per legge. Il condominio, rappresentato dall’amministratore, avrà quindi l’onere di effettuare il versamento per conto dell’impresa.
Al committente condominiale è poi affidato un ruolo di vigilanza: nel caso in cui l’appaltatore non trasmetta i dati necessari o non corrisponda l’importo dovuto entro i termini previsti, il committente dovrà sospendere il pagamento dei corrispettivi, maturati dall’impresa stessa. Secondo il decreto, l’importo dovrà essere versato al committente almeno 5 giorni prima rispetto alla scadenza per il versamento all’Erario (fissata al 16 di ogni mese), in modo da versare l’importo dovuto entro la scadenza fissata per legge.
“È l’ennesimo adempimento, fiscale e burocratico, destinato ad appesantire l’attività degli amministratori – avverte Giuseppe Bica, presidente dell’Anammi -. Un provvedimento che, peraltro, ci vedrebbe nello scomodo ruolo di controllori del lavoro altrui”. Ma il rischio più significativo, è che i costi professionali possano aumentare. Per l’amministratore, infatti, si tratterebbe di lavoro in più e, soprattutto, di una nuova responsabilità. È vero – continua Bica – che ci occupiamo di tante materie diverse, ma non abbiamo certo chiesto di caricarci sulle spalle questo ennesimo compito. Di fronte ad altre incombenze, appare evidente che dovremo scaricare gli eventuali costi aggiuntivi sui nostri utenti-finali, ovvero i condòmini. Basti pensare alla gestione del conto corrente dedicato allo scopo, imposto dal decreto legge, che comporterà altre spese”.
L’Anammi ricorda inoltre che, in tempi di crisi, non è facile ottenere i pagamenti. “Abbiamo già un problema di morosità in condominio notevole – sottolinea il presidente dell’Associazione – ma anche sospendere il pagamento all’azienda, se le ritenute non venissero coperte, non sarebbe indolore. Le prestazioni al condominio, in tal caso, verrebbero meno, ad ulteriore svantaggio dei condòmini”.
Per queste ragioni, l’associazione chiede al Ministero dell’Economia e alle forze politiche di rivedere il decreto: “Auspichiamo dal Ministro Gualtieri un chiarimento definitivo sulla questione e ci rendiamo fin d’ora disponibili a collaborare”.