Complici la crisi che divora il reddito, la perdita del lavoro o la cassa integrazione, continua ad aumentare il fenomeno della morosità da parte delle famiglie, e al trend non sfugge, ovviamente, nemmeno il pagamento delle rate condominiali.
Il dato emerge da un’indagine condotta dall’associazione di proprietari immobiliari Confabitare, che parte da un presupposto: con l’entrata in vigore, il 18 giugno 2013 della nuova legge di riforma (220/2012), l’amministratore di condominio è obbligato a rientrare dei mancati incassi emettendo un decreto ingiuntivo nei confronti dei condòmini morosi, non appesantendo, quindi, di ulteriori spese gli altri condòmini, come avveniva in precedenza. Infatti, se la crisi attanaglia le famiglie, quelle che sono in difficoltà, prima di sospendere il pagamento dell’affitto, che comporterebbe il rischio di vedersi intimare uno sfratto per morosità, sospendono il pagamento delle rate condominiali, perché corrono meno rischi.
Secondo Confabitare, nel corso del 2014 i dati hanno confermato l’affermarsi di questo fenomeno in tutta Italia, con ampie percentuali, cui non si sottrae nessuna delle grandi città italiane. In testa alla classifica, in particolare, si troverebbe Bologna con un +33,8 %; poi Roma, con +33%, seguita da Napoli, con +32,7%, Torino +31,8%, Milano + 30%, Catania +29,6%, Firenze +28%, Genova +26,5%, Cagliari +24,8%. Palermo e Bari registrano rispettivamente un +23,7% e un +22,6%; a seguire Padova, con +21,3%, e in fondo alla graduatoria Venezia un +19%.
Come spiega Confabitare, “Questi numeri dimostrano purtroppo l’ampio diffondersi di questo fenomeno, anche se va detto che, sempre più spesso, alcuni condòmini approfittavano della situazione critica, per fare i “furbetti” e non pagare le rate, in quanto sapevano che difficilmente potevano essere presi provvedimenti nei loro confronti. Ma dopo il 18 giugno 2013 le cose sono cambiate.