[A cura di: Mauro Simone, vicepresidente nazionale Alac – www.alac.it]
La crisi epidemiologica da COVID-19 sta imprimendo una accelerazione al processo tecnologico della nostra società.
Probabilmente siamo un po’ più vicini a un passaggio d’epoca che ci vedrà assistere gradualmente a cambiamenti radicali, dovuti allo sviluppo di tecnologie e innovazioni come l’intelligenza artificiale, la stampa 3D, la blockchain, le nano e biotecnologie, il quantum computing, la robotica, a mutamenti di paradigma in tutti i settori.
Già adesso nuove abitudini stanno entrando nella comunicazione: il lavoro agile, il webinar, le videoconference.
Questi cambiamenti saranno rapidi e costringeranno la nostra società a rimettersi in fretta in discussione. Ma nell’immediato, ovvero fra qualche mese, allorquando sarà passata la fase acuta dell’emergenza virologica, quale scenario è possibile prevedere?
A mio modo di vedere non si tornerà che assai gradualmente agli incontri ravvicinati e a modalità di convivenza con relazioni interpersonali simili al passato. Sicuramente nei rapporti con le altre persone la tecnologia digitale entrerà in misura penetrante nella nostra nuova vita quotidiana, familiare e di lavoro professionale, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici.
In ambito condominiale uno dei problemi da affrontare, dal punto di vista legislativo, dovrà essere quello della regolamentazione dell’espletamento delle assemblee condominiali in videoconferenza (full da remoto e/o in parte telematicamente e in parte “fisicamente” nel luogo indicato dall’amministratore), lasciando però anche liberi i condòmini di continuare ad utilizzare la precedente prassi delle adunanze fisiche piuttosto che virtuali.
Una idea avveniristica e rivoluzionaria, suscettibile di approfondimento, potrebbe essere di revisionare gli attuali principi codicistici in materia di assemblee prevedendo adunanze composte, oltre che dall’amministratore e dal segretario, esclusivamente da tre figure esperte estranee al condominio, ciascuna portatrice di delega di rappresentanza rilasciata da altrettanti gruppi di condòmini. Insomma, assemblee ristrette con pochi soggetti.
Un impegno di riflessione riguarda la morosità dei pagamenti dei rate condominiali, ovvero il problema del rallentamento del flusso di cassa, prevedibilmente destinato a crescere.
Una idea che potrebbe essere presa in esame per garantire regolari flussi di cassa per gli amministratori di condominio riguardo ai pagamenti dei ratei condominiali da parte dei condòmini e per i locatori dei fitti di casa dai propri conduttori è quella dell’obbligo di sottoscrizione di polizze fideiussorie bancarie da parte di condòmini e conduttori. Come pure, in ipotesi, si potrebbe pensare di destinare il 2 per mille o il 5 per mille dell’Irpef a favore principalmente di famiglie bisognevoli di un sostegno economico nei condomini.