[A cura di: Rentokil Initial] Per tanti è la normalità, ma per moltissime altre persone nel mondo utilizzare il water non è affatto un’abitudine scontata. Al contrario, circa il 30% della popolazione mondiale – 2,3 miliardi di persone – non ha ancora oggi accesso ai servizi igienici di base. Di queste, 600 milioni condividono il bagno con altre famiglie e altri 892 milioni non ne dispongono affatto (Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Unicef).
Ora, forse non ce ne rendiamo conto, ma problematiche relative alla disponibilità di servizi igienici e alla loro pulizia possono creare disagi più o meno gravi, generare ansie e timori di contrarre malattie, fino ad arrivare a questioni che possono toccare temi come la discriminazione di genere: in alcuni Paesi, ad esempio, le ragazze smettono di frequentare la scuola nella prima pubertà, in concomitanza con l’arrivo del ciclo mestruale, proprio perché non possono contare sui servizi igienici adeguati nelle scuole.
Nei Paesi del mondo occidentale, e quindi anche nel nostro Paese, la situazione è fortunatamente ben diversa: la maggior parte della popolazione non solo ha accesso ai servizi igienici adeguati, ma è attenta e molto sensibile alle condizioni dei bagni in termini di odore, pulizia e igiene.
Initial, azienda leader mondiale in servizi per l’igiene, ha dunque realizzato una ricerca in cinque Paesi – Regno Unito, Francia, Italia, Australia e Malesia – e ha valutato esperienze, preferenze e comportamenti delle persone che utilizzano i bagni pubblici in luoghi come ristoranti, bar, centri commerciali, stazioni ferroviarie e edifici pubblici.
L’odore è uno dei primi aspetti ad essere esaminati quando si entra in un bagno. In particolare, gli odori sgradevoli vengono associati prevalentemente alla carenza di pulizia (85% degli intervistati), alla scarsa igiene (82%) e ai batteri (69%). Per contro, l’assenza di odori o un odore gradevole sono indici di pulizia per oltre tre quarti degli intervistati nei diversi paesi (76%). Questa percentuale sale a oltre l’80% degli intervistati italiani.
E proprio gli italiani mostrano, in generale, una sensibilità maggiore su queste tematiche, con percentuali sempre più alte rispetto alla media globale. L’86% dei nostri connazionali, ad esempio, afferma che l’odore è la prima cosa che notano di un bagno e ben il 92% è sensibile nel percepire i cattivi odori nei bagni pubblici, e si dice disgustato quando questo avviene, rispetto ad una media internazionale dell’82%. Il 28% rifiuta di utilizzare toilette dall’odore sgradevole, rispetto al 16% in media degli altri Paesi. Gli odori piacevoli, invece, vengono associati all’igiene e gli odori sgradevoli alla mancanza di pulizia: tre quarti (75%) degli italiani presumono che un ambiente è pulito se la toilette ha un buon odore.
La ricerca, inoltre, evidenzia un legame diretto tra bagni maleodoranti e pratiche non igieniche: paradossalmente, quando le persone considerano sporco un bagno sono molto più inclini ad adottare comportamenti errati, che innescano un circolo vizioso di diffusione di germi e batteri. Gli intervistati hanno infatti ammesso che in presenza di cattivi odori cercano di uscire dal bagno il prima possibile (88%), saltando ‘passaggi’ importanti tra cui lavarsi le mani, usare il sapone o asciugarsi correttamente le mani.
Tra gli elementi che invece rassicurano sulla pulizia e l’igiene del bagno vi è la presenza di profumatori e dispositivi di deodorazione per ambienti che per il 40% degli italiani rinforza la percezione di una toilette pulita.