Se la maggior parte dei commenti da parte delle associazioni della proprietà immobiliare e dell’amministrazione condominiale in merito alla manovra di bilancio per il 2020 ha posto l’accento sull’imposizione fiscale a carico del mattone, c’è anche chi ha messo in evidenza l’entità delle incombenze fiscali cui è chiamato a far fronte l’amministratore di condominio. È il caso di BMItalia, che ha rimarcato quest’aspetto, tutt’altro che marginale, per voce del presidente Giovanni Zullo.
«Le novità fiscali introdotte con l’approvazione della legge di Bilancio 2020 confermano la tendenza degli ultimi governi ad introdurre, a carico del comparto condominiale ed in generale per i proprietari di immobili, ulteriori incombenze fiscali.
Questa sempre maggiore attenzione al condominio, dal punto di vista fiscale, rappresenta ormai un paradosso per un soggetto che, privo di personalità giuridica, ricopre un peso nell’economia del paese ormai indiscutibile.
In questa direzione ad esempio, il Bonus Facciate che, se da una parte porta con sé opportunità indiscutibili per i condomini, di fatto aggiunge ulteriori complicazioni in un quadro già molto articolato, quello delle detrazioni fiscali in condominio, e spesso confusione per gli amministratori chiamati ad adempiere per conto dei propri amministrati.
Indiscutibile come l’attività del Governo non sia mai stata così attiva, nei confronti del condominio, come nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Nel 2019 il Governo a guida Conte, con ben due compagini diverse tra loro, ha:
Tutto questo rende l’attività dell’amministratore di condomino sempre più complessa assorbendo sempre più tempo, necessariamente sottratto al tradizionale processo “gestorio” del suo mandato. Tempo, questo, non sempre adeguatamente remunerato e che implica maggiore esposizione, in termini di responsabilità diretta, con il rischio di incorrere anche in reati piuttosto gravi quali ad esempio l’errato o omesso versamento delle ritenute dovute o certificate, o per l’errata o mancata presentazione del modello 770.
Per questo ritengo che sia quanto mai necessario apportare cambiamenti sostanziali nell’organizzazione dello studio professionale “classico” anche attraverso l’introduzione di nuove figure tra le quali è facile per me annoverare quella del building manager».