[A cura di: Confappi]
Per accertare la responsabilità dell’amministratore di condominio, accusato di avere effettuato dei prelievi di denaro “non giustificati” dal conto corrente condominiale, è necessario eseguire un attento esame della contabilità dello stabile. Lo ha deciso il Tribunale di Milano (sentenza 21 marzo 2017), che ha revocato un decreto ingiuntivo a carico dell’amministratore, specificando come prima di agire verso quest’ultimo è necessario verificare la corrispondenza tra “le somme corrisposte dai condòmini e i debiti del condominio verso i fornitori”.
I giudici milanesi, pur accertando una “non corretta gestione della contabilità condominiale, con commistione continua tra la contabilità condominiale e quella privata dell’amministratore e con passaggi di denaro dai conti correnti dell’uno a quelli dell’altro”, hanno notato come lo stesso amministratore sia comunque riuscito a giustificare i prelievi dal conto condominiale, rivelatisi rimborsi per spese da lui effettuate a favore del condominio.
Il Tribunale, osservando come il condominio non abbia riportato la documentazione necessaria ad accertare le ragioni a fondamento del credito, ha ribadito come non sia sufficiente la sola “dimostrazione dei prelievi effettuati dagli amministratori operati sul conto corrente condominiale”, dal momento che ciò potrà essere confermato solo attraverso un approfondito esame della contabilità del condomino. E quindi, provando l’equivalenza tra i versamenti al conto condominiale e i prelievi effettuati per pagare i servizi necessari alla gestione condominiale, l’amministratore ha fornito la prova certa dell’inesistenza di qualsiasi debito verso i condòmini.