“Occorre che le associazioni nazionali degli amministratori valutino bene quale sia l’idea del Ministero. L’istituzione di un Registro degli amministratori di condominio, in cui ciascun professionista si autocertifichi, potrebbe davvero non essere un utile supporto al consumatore che deve scegliere a chi affidare la gestione di una proprietà immobiliare. Crediamo, al contrario, che vada tutelato il ruolo di formazione e garanzia svolto dalle associazioni che rappresentano i propri iscritti”. Il presidente nazionale di Fna, Matteo Rezzonico, continua a palesare un certo scetticismo sul registro degli amministratori così come pare che stia prendendo forma dopo l’incontro dello scorso 9 maggio presso il ministero della Giustizia alla presenza del sottosegretario Jacopo Morrone, e sottolinea che lo strumento rischia di non raggiungere l’obiettivo di riordinare il settore mettendo a sistema la professione dell’amministratore condominiale, prevedendo modifiche e apportando i necessari aggiornamenti alla legge 220/2012.
“Per esempio – puntualizza Rezzonico – l’istituzione di un registro telematico degli amministratori professionisti in cui il singolo professionista si autocertifica crediamo non sia uno strumento di riconoscimento della professionalità. Lo strumento può, semmai, avere altre finalità, valenza fiscale per lo Stato, ma riteniamo sia inutile ai fini di una maggiore tutela del mercato, della concorrenza e dei consumatori. Siamo comunque disponibili – prosegue il numero uno di Fna – a verificare le nostre posizioni mano a mano che la norma sarà sviluppata e si comprenderà nel dettaglio il funzionamento della nuova piattaforma. A tal fine si rende necessaria una consulta o un comitato tra le associazioni professionali di amministratori più rappresentative, che elaborino una proposta in larga parte condivisa”.
“Teniamo a porre l’accento sulla centralità del ruolo svolto dalle associazioni che rappresentano gli amministratori di condominio e la proprietà, sia nella formazione (iniziale e continua) di chi è chiamato a gestire una proprietà per conto terzi, sia nella tutela della concorrenza e del consumatore finale – conclude Rezzonico –. Per un cittadino, spesso privo di strumenti, è difficile poter vagliare la professionalità di un amministratore di condominio. L’iscrizione a un’associazione di riferimento crediamo continui a rappresentare uno strumento di garanzia e orientamento del mercato, utile se non imprescindibile”.