Propriamente non lo era mai stata. A prescindere da quale fosse la sua corretta definizione, e da cosa rappresentasse, anche in termini di sicurezza, in ogni caso la cosiddetta tassa sugli ascensori non ci sarà. Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri, su proposta del neo-premier, Paolo Gentiloni, del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti e della ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha deliberato l’approvazione in esame definitivo di un regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, concernente le modifiche al Dpr del 30 aprile 1999, n. 162, per l’attuazione della direttiva 2014/33/Ue relativa agli ascensori e ai componenti di sicurezza degli ascensori, nonché per l’esercizio degli ascensori stessi.
IL PROVVEDIMENTO
Nello specifico – come chiarisce una nota del Governo – il provvedimento tiene conto delle innovazioni in materia di accreditamento degli organismi di valutazione della conformità, di vigilanza e controllo del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti, di principi generali della marcatura CE e di stato compatibile. L’ambito di applicazione della direttiva si estende agli ascensori intesi come prodotti finiti e installati in modo permanente in edifici o costruzioni e ai componenti di sicurezza per ascensori nuovi prodotti da un fabbricante nell’Unione oppure componenti di sicurezza nuovi o usati importati da un paese terzo. La direttiva 2014/33 responsabilizza gli operatori economici per la conformità degli ascensori e dei componenti di sicurezza per ascensori ai requisiti in essa previsti, in modo da garantire un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza delle persone e dei beni, nonché una concorrenza leale sul mercato dell’Unione.
In sostanza, la montagna ha partorito il topolino, mettendo così a tacere mesi di polemiche, confronti, scambi di accuse tra le associazioni dei proprietari immobiliari, quelle degli impiantisti e lo stesso Governo.
CNA IMPIANTI
Tra i meno soddisfatti per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Regolamento di attuazione della Direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori ci sono proprio gli operatori del settore. “Al di là delle promesse formali – commenta Guido Pesaro, responsabile nazionale di Cna installazione impianti – sono rimaste irrisolte diverse questioni che le associazioni di categoria avevano segnalato come molto urgenti. Nel testo del provvedimento, infatti, manca l’obbligo di adeguare alle norme di sicurezza i circa 700.000 impianti di elevazione installati prima del 1999 e qualsiasi riferimento, dopo gli impegni presi, ad una norma che consenta la ricostituzione delle Commissioni d’esame per abilitare alla manutenzione degli ascensori abolite qualche anno fa con la legge sulla spending rewiew”.
Cna installazione impianti e le altre associazioni di categoria del settore ascensoristico avevano infatti segnalato da tempo al ministero dello Sviluppo economico che la sospensione, quasi tre anni orsono, delle sessioni di esame presso le prefetture avrebbe determinato disagi crescenti per le imprese e per i lavoratori del comparto ascensoristico. Questo perché da un lato le imprese hanno difficoltà a far fronte alle commesse di manutenzione in quanto non riescono a sostituire il personale patentato in uscita, nella maggior parte dei casi per pensionamento, con tecnici abilitati; e dall’altro, perché i giovani che hanno concluso il periodo di 5 anni presso le ditte di ascensori e montacarichi non possono essere assunti a tempo indeterminato come previsto dal contratto collettivo nazionale, in quanto impossibilitati a conseguire l’abilitazione necessaria per poter operare sugli impianti proprio a causa della sospensione delle commissioni per il conseguimento del certificato di abilitazione.
“Sulla necessità di un adeguamento degli impianti in termini di sicurezza – prosegue Pesaro – si è pensato di risolvere il problema con una generica raccomandazione ad intervenire in futuro, che francamente lascia il tempo che trova, mentre sulla ricostituzione delle Commissioni d’esame ci si è addirittura voltati dall’altra parte attaccandosi a pareri del Consiglio di Stato che avevano comunque riconosciuto la fondatezza delle nostre richieste sollecitando la politica a trovare soluzioni ai problemi posti”.
Nei suoi pareri, infatti, il Consiglio di Stato aveva considerato legittima, con tecnicismi comunque difficilmente comprensibili per gli operatori del settore, la scelta di non intervenire sulla necessità di adeguamento degli impianti di elevazione installati prima del 1999 e dichiarato che non ci fossero basi legali per la ricostituzione delle Commissioni d’esame per l’abilitazione ala manutenzione degli ascensori. In entrambi i casi, però, lo stesso Consiglio aveva evidenziato l’urgenza di un intervento legislativo raccomandando a Camera e Senato di intervenire al più presto.
A questo proposito, il responsabile degli impiantisti di Cna conclude: “Confidiamo ora che dalle parole si passi presto ai fatti, e che due problemi fondamentali per il settore vengano risolti al più presto”.