[Fonte: Confedilizia]
Muri dei palazzi imbrattati. Scritte incomprensibili che poco o niente hanno a che vedere con l’arte oppure dichiarazioni e slogan di ogni genere: sportivi, amorosi, politici. È il fenomeno dei graffiti, che deturpano edifici e palazzi di tante città italiane. Ora, però, Confedilizia ha deciso di dire basta, scendendo in campo a tutela del decoro urbano.
Con una circolare trasmessa alle proprie associazioni territoriali, l’organizzazione della proprietà immobiliare ha promosso infatti la costituzione in ogni città di “Gruppi antigraffiti”. Si tratta di squadre – aperte a tutti gli interessati – che hanno lo scopo di scoraggiare il fenomeno dei graffiti, che deturpano muri ed edifici, pubblici e privati, nonché arredi urbani di vario genere (fermate dei mezzi pubblici, cabine dell’energia elettrica, panchine, aree giochi ecc.). E il primo loro atto sarà quello di illustrare, nelle scuole e in altri luoghi di aggregazione, il “Decalogo Confedilizia contro i graffiti”: un documento (scaricabile dal sito www.confedilizia.it) che spiega il valore civile del decoro urbano e contesta la considerazione dei graffiti come forma d’arte.
“Il graffito – è la posizione espressa nel Decalogo della Confedilizia – non è un’opera d’arte, ma rappresenta una lesione all’estetica delle nostre città. Muri devastatati da scritte (più o meno sensate), monumenti pubblici danneggiati da vandali, arredi comunali mal ridotti, trasformano in modo negativo l’aspetto urbano, deprimendo e deprezzando l’intera zona interessata da questo fenomeno. Eseguire un graffito vuol dire poi commettere un reato. La legge prevede che deturpare o imbrattare cose mobili altrui possa essere punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 103 euro. E realizzare un graffito su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, rappresenta una fattispecie di reato più grave, perseguibile d’ufficio (senza necessità, cioè, di una querela della parte offesa) e punita con la reclusione da uno a sei mesi o con la multa da 300 a 1.000 euro. Con sanzioni che diventano ancora più pesanti se l’atto è commesso su beni di interesse storico o artistico”.
Il Decalogo della Confedilizia contiene poi suggerimenti e consigli per limitare al massimo il fenomeno. Cancellare subito i graffiti, ad esempio, è un’azione deterrente particolarmente efficace per evitare il ripetersi della cosa, posto che gli autori hanno come unico scopo quello di vedere la propria “opera” durare nel tempo. Ma prima di eliminare il graffito, conviene fotografarlo e avvertire con una denuncia/querela circostanziata l’autorità locale di pubblica sicurezza, chiedendo che il colpevole (anche se ignoto) venga individuato e punito, con riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento del danno subito.