Sulla questione – che assume quotidianamente contorni sempre più
preoccupanti – relativa all’inquinamento delle città e alle responsabilità
attribuite dalla politica (più o meno a ragione) quasi esclusivamente al
riscaldamento condominiale, è intervenuta, nei giorni scorsi, anche l’Anaip,
chiamando in causa le ordinanze comunali che, per cercare di ridurre la cappa
di smog che ricopre le nostre città, riguardano anche la limitazione
all’utilizzo degli impianti centralizzati.
Secondo l’associazione nazionale degli amministratori immobiliari
professionisti, “Queste ordinanze, senza un adeguato preavviso, sono di
difficile attuazione, visto che nei locali dove è situata la caldaia
condominiale può accedere, per ridurre l’orario di accensione del
riscaldamento, solo ed esclusivamente un soggetto preposto quale il terzo
responsabile, come prevedono le normative in vigore. Il quale, normalmente, ha
in gestione numerosi impianti. Pertanto, il continuo variare dell’orario
risulta enormemente gravoso ed inefficace, per non parlare dei maggiori oneri a
carico dei condomini per tali interventi”.
Infine, l’Anaip ritiene che sia nei fatti
impossibile verificare il rispetto di tali ordinanze all’interno delle singole
unità immobiliari per quanto riguarda la riduzione della temperatura: “Parliamo
di milioni di abitazioni nelle quali non può accedere per simili controlli
neppure l’amministratore se il singolo condomino non lo consente. Auspichiamo
che in futuro tali provvedimenti vengano emanati con largo preavviso e per un
tempo abbastanza lungo, considerando che dal punto di vista meteorologico tali
situazioni sono sempre prevedibili”.