[A cura di: dott. Jean-Claude Mochet – presidente Commissione fiscale nazionale UPPI] L’U.P.P.I., ripetutamente, chiede di aiutare un settore immobiliare in forte crisi. Parliamo di un settore storicamente trainante della nostra economia, ma che da tempo non da segnali di ripresa, trascinando con sé, nel baratro della depressione economica, un indotto che avrebbe enormi potenzialità.
Per questo motivo l’U.P.P.I. richiede a gran voce le uniche misure in grado di rilanciarlo:
A luglio 2019, il Consiglio Ecofin dell’Unione Europea ha rilanciato, tra le Raccomandazioni specifiche rivolte all’Italia, anche l’aggiornamento dei valori catastali. A tale riforma l’U.P.P.I. si era già in passato opposta con forza, considerato che, ai nuovi valori catastali, non avrebbe fatto da contrappeso l’invarianza di gettito. Tale circostanza avrebbe dunque, di fatto, trasformato la riforma del catasto in un’ulteriore occasione, per il Governo, di gravare di balzelli aggiuntivi i piccoli proprietari immobiliari, già ridotti allo stremo.
Ricordiamo che l’Italia è l’unico Paese europeo dove i prezzi delle case, proprio a causa di una tassazione estremamente aggressiva, continuano drammaticamente a scendere, rendendo un fardello insostenibile quello che, nella storia della tradizione delle famiglie italiane, aveva sempre rappresentato un investimento sicuro.
Le analisi, per il resto dei Paesi dell’area euro, dimostrano, al contrario, un aumento dei prezzi delle case del 4% nel secondo trimestre del 2019 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. I prezzi delle abitazioni, insomma, sono aumentati per tutti gli Stati membri per i quali sono disponibili i dati, tranne che per l’Italia.
Tra le Raccomandazioni all’Italia, provenienti dall’Unione Europea, vi è anche l’impegno nella lotta all’evasione. In tal senso riportiamo un elemento, estremamente rilevante, emerso dal “rapporto sui risultati conseguiti in materia di contrasto all’evasione fiscale e contributiva”, allegato alla nota di aggiornamento al DEF, grazie al quale apprendiamo che l’applicazione della cedolare secca ha permesso, dal 2012 al 2017, di ridurre del 50,45 % l’evasione tributaria negli affitti e ha consentito di ampliare il mercato.
A riprova del fatto che l’evasione si combatte semplificando e rendendo certa ed equa la tassazione e gli adempimenti burocratici.
Di certo, purtroppo, non procedono in questa direzione, le novità in materia fiscale, introdotte con la conversione in legge del “decreto crescita”, e in particolare le modifiche in materia di locazioni brevi, cioè quei contratti di locazioni di immobili ad uso abitativo, di durata non superiore a trenta giorni, inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, purché stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa.
Per tali locazioni è stato istituito un codice identificativo unico nazionale da utilizzare in ogni comunicazione relativa all’offerta e alla promozione dei servizi inerenti le locazioni brevi. L’inosservanza dell’obbligo di pubblicazione di tale codice comporterà una sanzione pecuniaria variabile da un minimo di euro 500 ad un massimo di euro 5.000 e in caso di reiterazione sarà maggiorata del doppio. Inoltre, con apposito decreto, sarà realizzata una banca dati.
Chi offre locazioni brevi, infatti, dovrà registrarsi al portale “Alloggiati web”, e comunicare i dati degli ospiti alla Questura, la quale poi li comunicherà all’Agenzia delle Entrate che li renderà, inoltre, disponibili ai Comuni che potranno così monitorare il pagamento dell’imposta di soggiorno.
L’U.P.P.I. esprime forte preoccupazione in merito a tali provvedimenti i quali sembrano non avere altro scopo che quello di scoraggiare le locazioni turistiche, richiedendo, di volta in volta, con motivazioni diverse, nuovi obblighi, vincoli e incombenze burocratiche.
Ci chiediamo se tutti questi appesantimenti abbiano davvero un significato o se non si sia irrimediabilmente perso il senso della “misura” essendoci ormai rassegnati al proliferare incontrollato delle disposizioni che gravano come un macigno sui piccoli proprietari immobiliari, aumentando il costo della vita e delle attività quotidiane, sia in termini di denaro che in termini di tempo.
Inoltre, considerato il successo che la semplificazione ha ottenuto nella lotta all’evasione tributaria, tali provvedimenti appaiono ulteriormente irrazionali ed incomprensibili anche agli occhi di chi avesse a cuore la salute delle casse dello Stato.