[A cura di: Federproprietà] I proprietari di case sono vivamente preoccupati per la ridda di voci sui provvedimenti economici annunciati nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza del governo.
“Le tasse sugli immobili – osserva il Presidente Massimo Anderson a nome del Coordinamento unitario dei proprietari immobiliari (Federproprietà – Uppi – Confappi – Movimento per la difesa della casa) – vanno ridotte e non aumentate con maldestri sotterfugi tecnici-amministrativi. Di fronte alla crisi economica e a quella in particolare delle costruzioni occorre un piano complessivo e un tavolo di confronto a Palazzo Chigi con le categorie interessate”.
Il Presidente di Federproprietà Anderson ritiene un errore continuare a colpire il ceto medio che già paga pesantemente il costo della crisi economica. Nella manovra che sfocerà nella Legge di Bilancio 2020 ci sono troppi aspetti critici e incerti che partono dalla mancanza di stimoli per la crescita, in presenza anche quest’anno di un Pil fermo a zero.
“La rimodulazione dell’Iva, i nuovi costi della sanità (la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria nel 2018 è di 3 miliardi di euro), le nuove regole sul costo del lavoro incidono negativamente, prosegue Anderson, sul complesso delle attività delle imprese e delle famiglie (il calo dei consumi lo dimostra). La ricerca affannosa di risorse non deve penalizzare i contribuenti onesti che pagano, come i proprietari di case, tutte le tasse statali, regionali e comunali”.
“Non è serio – conclude il numero uno di Federproprietà – annunciare docce fredde sul settore abitativo con l’improvvisa riproposizione, senza confronto, della riforma del catasto con la riclassificazione delle abitazioni prima inserita nei 20 Disegni di legge collegati alla decisione di bilancio e poi ritirata a sorpresa. Ma si parla della revisione della cosiddetta “tax expenditures” ovvero ridurre gli incentivi fiscali sulle opere di ristrutturazione e di miglioramento. Ricordiamo al governo che i proprietari di casa hanno versato nel 2018 più di 40 miliardi. Oltre non possiamo andare”.