[A cura di: Unimpresa] Ecco la mappa del fisco locale: Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Ancona e Campobasso le città “più tassate” d’Italia, vale a dire i capoluoghi di regione con le aliquote fiscali più alte relative a Irap, Irpef, Imu e Tasi.
Queste sette città hanno, in tre casi su quattro, i livelli più alti di imposte sulle imprese e sulle famiglie, sui capannoni industriali e sulle case. Con due “punti”, nella classifica dei tributi territoriali, figurano poi Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Potenza, Trieste e Catanzaro.
Un solo “punto”, invece, per Milano, Cagliari, L’Aquila, Aosta, Trento e Bolzano. Fisco light, infine, a Venezia, unica città che non risulta mai tra quelle con aliquote elevate.
È quanto risulta dalla “Mappa del fisco locale in Italia” realizzata dal Centro studi di Unimpresa.
L’analisi dell’associazione – basata su dati dell’Agenzia delle Entrate, della Corte dei conti e del Dipartimento Finanze – prende in considerazione le aliquote Iperf (definite dalle regioni), il totale delle addizionali Irpef (regioni e comuni), l’Imu e la Tasi.
La classifica è stata realizzata sulla base di “punti” attribuiti alle città e alle relative regioni che applicano aliquote particolarmente elevate nei quattro principali tributi pagati anche su base territoriale. In totale, sono stati assegnati 41 “punti” in relazione alle aliquote dello scorso anno: più è alto il punteggio, più è elevato il livello del prelievo tributario a carico dei contribuenti (cittadini e imprese).
“Ci sono troppe differenze a livello territoriale per quanto riguarda il prelievo fiscale e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa così come gli investimenti delle imprese – dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, commentando i dati della ricerca –. Serve un ragionamento complessivo, che il governo dovrà fare quando, auspichiamo al più presto, vorrà lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica”.
Nella classifica, il Centro studi di Unimpresa assegna da uno a quattro punti: come anticipato, più è alto il punteggio, più è pesante la mano del fisco. Sono dunque sette le città con il fisco al top, con tre “punti” accumulati. Ecco i dettagli:
Due punti, nella classifica di Unimpresa sul fisco locale, vanno invece ad altre sette città: Firenze (Imu all’1,06%; Tasi allo 0,33%); Palermo (Irap al 4,82%; Imu all’1,06%); Perugia (Imu all’1,06%; Tasi allo 0,33%); Bari (Irap al 4,82%; Imu all’1,06%); Potenza (addizionale Irpef al 3,13%; Imu all’1,06%); Trieste (Imu all’1,06%; Tasi allo 0,33%); Catanzaro (Irap al 4,82%; Imu all’1,06%).
Altre città hanno soltanto un punto. Sono: Milano (Imu all’1,06%); Cagliari (Tasi allo 0,33%); L’Aquila (Irap al 4,82%); Aosta (Imu all’1,06%); Trento (Tasi allo 0,35%) e Bolzano (Tasi allo 0,40%).
Infine, Venezia (che ha zero “punti”) è l’unica città dove il prelievo è sempre sotto le soglie più alte: nel capoluogo della regione Veneto, il fisco è leggero perché si paga il 3,90% di Irap, il 2,03% di addizionali Irpef (1,23% regionale e 0,80% comunale), lo 0,81% di Imu e lo 0,29% di Tasi.
Per quanto riguarda l’Irap, l’aliquota più alta, pari al 4,97%, si trova a Napoli e Campobasso, mentre a Roma, Palermo, Bari, Catanzaro e l’Aquila il prelievo dell’imposta regionale sulle attività produttive si attesta al 4,82%.
Per quanto concerne l’Irpef, la somma delle addizionali comunali e regionali porta il prelievo più alto a Roma: nella Capitale d’Italia l’aliquota totale è del 4,23%, considerando il 3,33% della regione Lazio e lo 0,90% del Comune; seguono, poi, Torino col 4,13% (3,33% del Piemonte e 0,80% del Comune), Campobasso col 3,43% (2,63% del Molise e 0,80% del Comune) e col 3,13% Genova (2,33% della Liguria e 0,80% del Comune), Bologna (2,33% dell’Emilia Romagna e 0,80% del Comune) e Potenza (2,33% della Basilicata e 0,80% del Comune).
Sul fronte Imu, l’aliquota massima (1,06%) è applicata in 16 grandi città su 21 esaminate nel rapporto: Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Potenza, Campobasso, Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Trieste, Ancona, Catanzaro, Milano e Aosta. Si “salvano” solo Cagliari (0,96%), L’Aquila (0,81%), Trento (0,895%), Bolzano (1,00%) e Venezia (0,81%).
Infine, sul versante Tasi, l’aliquota più alta è a Bolzano (0,40%) mentre a Trento si paga lo 0,35%. Le altre città “più tassate”, con un’aliquota pari allo 0,33%, sono: Torino, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Trieste, Ancona, Cagliari, Trento e Bolzano.