[A cura di: Sicet] “L’accorpamento di Tasi e Imu previsto dalla nuova legge di bilancio potrebbe produrre effetti paradossali sul comparto dell’edilizia pubblica”. È quanto dichiara il segretario generale del Sicet Cisl, Nino Falotico, che lamenta anche la mancata apertura di un tavolo di confronto con le associazioni di settore.
“Da svariati anni il Sicet, insieme agli altri sindacati degli inquilini e alla stessa Federcasa, vale a dire l’associazione di rappresentanza degli ex Iacp, sostiene che se lo Stato non intende ripristinare una forma di finanziamento strutturale del settore, fatto di per sé deprecabile, dovrebbe quanto meno avere il pudore di ridurre la tassazione a carico degli ex Iacp. Ora, invece, stando ad alcune notizie di stampa, pare che la tassazione possa addirittura aumentare se governo e parlamento non metteranno rapidamente una pezza in sede di conversione della legge di bilancio, riformulando in maniera più chiara la norma che accorpa Tasi e Imu”.
“Trattandosi di Imu – spiega il segretario del Sicet – si determinerebbe infatti una situazione paradossale con gli ex Iacp costretti a pagare di più per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica di cui sono proprietari, mentre i Comuni continuerebbero a restare esenti per le case popolari di cui sono titolari e che magari vengono conferiti in gestione agli stessi ex Iacp. In altre parole, a fronte della medesima funzione sociale svolta dalle case popolari, ovvero quella di garantire la casa ai ceto meno abbienti, avremmo una sostanziale disparità di trattamento a livello fiscale. È appena il caso di ricordare che non stiamo parlando delle case dei Parioli, ma degli alloggi delle tante periferie italiane che rispondono alla domanda abitativa delle fasce più deboli della società”.
“Il rischio – mette in guardia Falotico – è che questo aumento di tasse sugli immobili pubblici di proprietà degli ex Iacp si possa scaricare a valle sulla qualità dei servizi agli inquilini, perché a fronte di minore risorse disponibili gli ex Iacp sarebbero costretti a tagliare i fondi per la manutenzione e per la solidarietà alle fasce sociali più indigenti, oppure a richiedere alle Regioni di competenza l’aumento degli affitti necessario a compensare queste maggiori uscite. Come Sicet chiediamo dunque che venga individuata al più presto dal Parlamento la soluzione tecnico-giuridica necessaria per evitare l’ennesima beffa a danno degli inquilini che vivono negli alloggi popolari”.