Anche dal punto di vista fiscale, quello della locazione è sempre un ambito pregno di dubbi, perplessità, controversie. Lo dimostrano alcuni quesiti pervenuti nei giorni scorsi alla rubrica di consulenza di FiscoOggi: l’organo d’informazione delle Entrate. Di seguito le domande dei contribuenti e i chiarimenti forniti dagli esperti che curano la sezione per conto dell’Agenzia.
D. La detrazione per i canoni di locazione degli universitari fuori sede spetta anche su altre spese (ad esempio, quelle condominiali)?
R. La detrazione Irpef del 19% relativa ai canoni di locazione sostenuti dagli studenti universitari fuori sede, cioè iscritti a un corso di laurea di un’università situata in un comune diverso da quello di residenza (articolo 15, comma 1, lettere i-sexies e i-sexies 01,Tuir), non spetta per le spese condominiali e/o di riscaldamento comprese nel canone di locazione, per i costi di intermediazione e per il deposito cauzionale (circolare n. 7/2018).
D. La cedolare secca per gli immobili C/1 si può applicare se il conduttore svolge attività commerciale?
R. Sì. Nell’ambito applicativo della cedolare secca sul reddito da locazione degli immobili di categoria catastale C/1 (novità introdotta dalla legge di bilancio 2019 – articolo 1, comma 59, legge 145/2018), infatti, rientrano anche i contratti conclusi con conduttori, sia persone fisiche sia società, che svolgono attività commerciale (risoluzione n. 50/2019).
D. È dovuta l’imposta di registro sulla cessione di un contratto di locazione per il quale si è scelto il regime della cedolare secca?
R. Anche quando è stata esercitata l’opzione per il regime fiscale della “cedolare secca”, sulle cessioni dei contratti di locazione è comunque dovuta l’imposta di registro, pari a:
Come indicato nel provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 7 aprile 2011 n. 55394 (paragrafo 3.2), tra le imposte “sostituite” dalla cedolare secca vi rientrano l’imposta di registro dovuta sulle risoluzioni e sulle proroghe, ma non l’imposta dovuta sulle cessioni.