[A cura di: avv. Fulvio Graziotto] Il riconoscimento di un debito non ha natura negoziale, né carattere recettizio e non deve necessariamente essere compiuto con una specifica intenzione riconoscitiva, né esige formule speciali, potendo risultare, implicitamente, anche da un atto compiuto dal debitore per una finalità diversa e senza la consapevolezza dell’effetto ricognitivo. È la massima contenuta nella sentenza 9097/2018 della Corte di Cassazione.
Il caso specifico era quello relativo ad un ex amministratore di condominio, il quale aveva richiesto il rimborso di somme da lui asseritamente anticipate, anche sulla base di una situazione contabile nella quale era evidenziato il debito nei suoi confronti; documento poi sottoscritto dal nuovo amministratore.
La Suprema Corte, richiamando una precedente decisione, ha ribadito che il riconoscimento di debito è un atto non recettizio che non richiede formule particolari, e può risultare anche da atti compiuti dal debitore per finalità diverse.
Codice civile