Il 2020 si apre con una nuova flessione dei prezzi delle case usate, pari, a gennaio, allo 0,5% rispetto al mese di dicembre 2019. Un calo che fissa il prezzo del mattone di seconda mano, in Italia, a 1.679 euro al metro quadro. A livello annuale il calo è ancora più forte, pari al 2,5%.
È quanto emerge dal report mensile di Idealista.
Quattordici le aree regionali in calo a gennaio, trascinate a ribasso dalla Valle d’Aosta (-2,1%).
In Sicilia, Lombardia e Basilicata le diminuzioni toccano lo 0,9%, attenuandosi gradualmente in Campania (-0,8%), Abruzzo (-0,7%) e Toscana (-0,6%).
Marche e Puglia vedono prezzi in diminuzione dello 0,5%, seguite dall’Emilia-Romagna (-0,4%). Trentino-Alto Adige e Umbria perdono 0,3 punti percentuali, Friuli-Venezia Giulia e Calabria lo 0,2% rispetto al mese precedente.
Resta stabile il Piemonte, mentre a crescere sono solo Sardegna (0,1%), Lazio (0,2%), insieme a Veneto, Liguria e Molise (0,5%), che segnano i recuperi maggiori.
Malgrado l’ingente calo, la regione che vanta i valori più alti è la Valle d’Aosta (2.517 euro/mq) davanti a Liguria (2.460 euro/mq) e Trentino-Alto Adige (2.405 euro/mq).
Le richieste più basse da parte dei proprietari si riscontrano a Sud della penisola in Calabria, con 905 euro al metro quadro, seguita da Molise (952 euro/mq) e Sicilia (1.064 euro/mq).
I mercati provinciali seguono un trend prevalentemente ribassista questo mese, con il 64% delle macroaree in negativo.
I cali più sensibili del periodo sono quelli registrati in provincia di Agrigento (-3,4%), seguita da Macerata (-3,1%), Vibo Valencia e Rimini (entrambe -3%).
All’opposto, Barletta-Andria-Trani (3,5%), Avellino (3,6%), Pordenone e Latina (1,9%) segnano la migliore performance provinciale del mese.
Bolzano (3.507 euro/mq) si conferma la provincia più cara d’Italia davanti a Savona (3.052 euro/mq) e Firenze (2.787 euro/mq). Nella parte opposta del ranking, le province più economiche sono Enna ed Isernia, entrambe con 804 euro/mq, seguite da Caltanissetta (729 euro/mq) e Biella (649 euro/mq).
In controtendenza rispetto all’andamento generale, gennaio ha visto una prevalenza di segni positivi che riguardano 62 dei 109 centri capoluogo analizzati.
I rimbalzi maggiori spettano a Barletta (5%), Agrigento (3,8%) e Oristano (3,7%).
Dall’altro lato, le variazioni negative di maggiore entità spettano ad Andria (-3,4%), Enna (2,6%) e Chieti (-2,2%).
Dei grandi centri solo Napoli (-0,8%), Palermo (-0,3%) e Firenze (-0,2%) segnano valori in decrescita. Bologna (0,1%), Roma (0,2%) e Venezia (0,3%) registrano lievi recuperi; Bari (1,1%), Torino (1,3%) e soprattutto Milano (1,5%) accelerano a rialzo.
Con riferimento ai prezzi di vendita, è Venezia (4.494 euro/mq), esclusa Mestre per ragioni di rilevanza statistica, a guidare la graduatoria dei metri quadri più cari, davanti a Firenze (3.929 euro/mq) e Bolzano (3.664 euro/mq). Nella parte bassa della graduatoria i capoluoghi più economici sono Ragusa (831 euro/mq), Caltanissetta (784 euro/mq) e Biella (717 euro/mq).