Ancora un segno meno caratterizza l’andamento dei prezzi delle abitazioni di seconda mano a Roma, dove nel secondo trimestre 2019 gli alloggi usati sono stati compravenduti alla media di 2.865 euro/mq (-0,7%). Il valore medio degli immobili nella Capitale è dunque calato del 2,8% negli ultimi 12 mesi.
Prosegue la congiuntura sfavorevole in 19 delle 27 zone in cui è suddivisa la mappa del mercato romano: Malagrotta – Casal Lumbroso – Ponte Galeria (-9%), Appio Latino (-4,2%) e Monte Sacro (-3,5%) sono le aree più sensibili al calo dei valori nel trimestre appena trascorso.
Subito dietro seguono Trionfale-Monte Mario (-2,9%) e Trigoria – Castel di Leva (-2%), mentre nel resto dei quartieri evidenziano ribassi contenuti sotto il 2%, da Roma est -Autostrade (-1,9%) ai Parioli, Cassia – Flaminia e Fomentano – Tiburtino, passando per il Centro, tutti con un calo dello 0,4%.
Nella classifica delle zone che sono cresciute di più segnaliamo: Portuense – Magliana (+3,9%), Prati e Casalotti – Selva Nera-Valle Santa (2,4%) e Aniene – Collatino (2,8%). Gli altri segni positivi riguardano Ottavia – Primavalle (0,6%), Giustiniana – La Storta -Olgiata (0,2%) e Garbatella – Ostiense (0,1%).
I prezzi al top della capitale riguardano il Centro e le zone più residenziali a nord della città: il valore al metro quadro più alto è quello del Centro storico (6.023 euro/mq), seguito da Prati (5.017 euro/mq), i Parioli (4.955 euro/mq) e Fomentano -Tiburtino (4.326 euro/mq).
I più economici sono Labaro – Prima Porta (1.994 euro/mq), Malagrotta – Casal Lumbroso – Ponte Galeria (1.981 euro/mq) e Roma est – Autostrade (1.666 euro/mq).
Alle porte di Roma i prezzi sono calati a un ritmo dell’1,7%, fino a 2.324 euro.
Nel Lazio il calo si è fermato all’1,1 nell’ultimo trimestre, a 2.148 euro al metro quadro.
Tra i comuni della Provincia di Roma i maggiori cali spettano Olevano Romano (-16,6%) e Valmontone (-12,6%). All’opposto, Montelanico (9%) segna il maggiore rimbalzo del periodo, davanti a Palestrina (7,3%) e Canale Monterano (6,1%)
Eccetto Viterbo, che guadagna l’1,4% rispetto al trimestre passato, le altre province laziali (Latina non è stata rilevabile in questo report) registrano contrazioni dopo i mesi promaverili; Frosinone e Roma vedono entrambe svalutazioni al ritmo dell’1,7%. Il maggior decremento spetta a Rieti (-2,9%).
Si attestano in negativo anche gli andamenti dei capoluoghi di provincia. In particolare il comune di Rieti perde l’8,5% del valore in questo secondo trimestre, mentre sono meno sensibili le diminuzioni per Roma (-0,7%) e Viterbo (-0,3%). Cresce all’opposto Frosinone con un +1,5%.
I prezzi dell’usato vedono sul primo gradino del podio il comune di Roma con 2.865 euro, seguita da Viterbo (1.234 euro/mq) e Frosinone (1.136 euro/mq). Rieti è il capoluogo più economico con una media di 1.110 euro al metro quadro.
I mesi primaverili hanno visto cali in 16 regioni italiane su 20: la Valle d’Aosta (-7,1%) ha segnato la peggiore performance del periodo davanti alla Puglia (-3,8%) e la Basilicata (-3,3%). Tra le aree regionali in ripresa si segnalano Sardegna (1,5%), Toscana e Lombardia, queste ultime entrambe con un incremento pari all’1,2%. Stabile il Trentino Alto Adige.
La Liguria (2.520 euro/mq) è la regione con i prezzi di richiesta più elevati davanti a Valle d’Aosta (2.425 euro/mq) e Trentino-Alto Adige con 2.393 euro al metro quadro, in un ranking che vede nella parte bassa della graduatoria Sicilia (1.087 euro/mq), Molise (962 euro/mq) e a chiudere la Calabria con 909 euro.
I mercati provinciali denotano una tendenza a riprendersi con maggior fatica, come mostrano i cali diffusi nel 70% delle macroararee rilevate. Oltre la metà delle variazioni negative del periodo restano superiori al 2%, con variazioni negative di maggiore entità a Aosta (-7,1%) Brindisi (-6,6%) e Vicenza (-6,4%). Dal lato opposto della tavola i rimbalzi più elevati spettano a Lucca (4,2%), davanti alle province di Nuoro (-3,9%) e Pordenone (-3,2%).
Tra le province Bolzano (3.372 euro/mq) è la più cara d’Italia davanti a Savona (3.184 euro/mq) e Firenze (2.808 euro/mq). Biella, con 654 euro al metro quadro presenta i prezzi più bassi davanti a Caltanissetta (735 euro/mq) e Isernia (808 euro/mq).
È sempre la tendenza negativa a prevalere nei 105 capoluoghi monitorati nell’ultimo trimestre.
Rieti guida la serie di ribassi con un meno 8,5%, davanti a Asti (-6,4%) e Treviso (6,1%). All’opposto le città con gli incrementi maggiori sono Pordenone (7%), Nuoro (5,6%) e Milano (4,6%). Tra i grandi mercati, a parte il già citato capoluogo meneghino, Bologna (4,5%) e Firenze (3,3%) rimarcano una crescita vigorosa. Torino (0,2%) tiene, mentre Roma (-0,7%) e Napoli (-1,5%) continuano a scendere.
Venezia (4.494 euro/mq) rimane la piazza più cara, davanti a Firenze (3.916 euro/mq) e Bolzano (3.506 euro/m²), che precede a sua volta Milano (3.289 euro/mq). Nella parte bassa del ranking dei valori troviamo Ragusa (851 euro/mq), Caltanissetta (801 euro/mq)e il fanalino di coda Biella con i suoi 728 euro al metro quadro.