[A cura di: Idealista – www.idealista.it] Continua a cadere il valore nominale delle case di seconda mano in Italia, che segna un decremento dell’1,2% anche nel primo trimestre del 2018. Secondo i dati del portale immobiliare Idealista, il prezzo delle abitazioni è sceso fino a una media di 1.799 euro al metro quadro dopo i mesi invernali. Non si attenua, dunque, la tendenza ribassista del mattone che fa registrare -3,8% su base annua.
Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di Idealista: “è un dato che fotografa fedelmente l’andamento contrastato del mercato, con segnali di recupero nei grandi centri e nelle aree cittadine più richieste, mentre nei mercati provinciali si assiste alla svalutazione costante del mattone. La ripresa selettiva dei valori immobiliari è dovuta solo in parte a motivi economici e fa i conti con una fase di profonda trasformazione della società italiana, dove i nuclei familiari si sono ridotti, la popolazione invecchia e c’è un surplus di immobili di ampia metratura difficili da piazzare, concentrati nelle aree metropolitane e in provincia. Tutti fattori che finiscono per pesare sull’andamento generale dei prezzi”.
Il trend negativo dei valori immobiliari investe tutte le regioni italiane ad eccezione del Piemonte (0,9%%) e del Trentino Alto Adige (0,1%). Tutte le altre regioni chiudono il trimestre in saldo negativo con i ribassi maggiori nelle Marche (-2,9%) e in Umbria (-2,3%); cali superiori all’un per cento in altre 9 regioni guidate dal meno 1,9% di Lazio e Abruzzo.
La Liguria si conferma la regione con i prezzi più elevati, a una media di 2.594 euro al metro quadro, seguita dalla Valle d’Aosta (2.426 euro/mq) e Trentino Alto Adige (2.406 euro/mq). La regione più economica è la Calabria, con 889 euro al metro quadro, davanti al Molise (1.009 euro/mq) e la Sicilia (1.122 euro/mq).
Oltre il 60% dei mercati provinciali chiude il primo trimestre dell’anno in saldo negativo. Le macroaree che hanno fatto registrare le variazioni più ampie sono Ascoli Piceno (-6,7%), Barletta-Andria-Trani e Terni, entrambe con un calo nell’ordine del 6,4%. All’opposto è Gorizia (9,3%) a comandare la graduatoria degli aumenti, davanti a Alessandria (8%) e Cremona (7,8%). Sul fronte dei prezzi di vendita, Savona (3.386 euro/mq) è sempre la provincia più cara, davanti a Bolzano (3.165 euro/mq) e Imperia (2.704 euro/mq), mentre Biella chiude la graduatoria con soli 648 euro/mq.
I mercati cittadini rimangono prevalentemente dominati da svalutazioni, più forti nei centri intermedi. I grandi mercati trainano invece la ripresa dei prezzi, attestata dai tassi di crescita di Torino (6,1%), Milano e Firenze (entrambe in aumento del 2,3%). Anche Napoli (0,5%) chiude il trimestre in saldo positivo, pressoché stabili Bologna, Roma e Venzia; saldi negativi si segnalano solo a Genova (-0,7%) e nelle altre aree metropolitane del Sud Italia.
Negli altri capoluoghi l’andamento dei prezzi è caratterizzato da variazioni di maggiore entità rispetto ai grandi mercati. In generale i mercati intermedi denotano ancora un’elevata instabilità, come dimostrano le forti contrazioni di Frosinone (-9,2%), Teramo (-7,9%) e Vercelli (-6%) da un lato e i rimbalzi di Alessandria (9%), Lucca (5,9%) e Cuneo (5,4%) dall’altro. Venezia (4.380 euro/mq) continua a dominare la graduatoria dei prezzi di vendita precedendo Firenze (3.519 euro/mq) e Bolzano (3.446 euro/mq). Nella parte bassa del ranking stazionano Agrigento (836 euro/mq), Caltanissetta (732 euro/mq) e Biella, la più economica, con 720 euro al metro quadro.