[A cura di: Fiaip – www.fiaip.it] Cresce la fiducia sulla ripartenza post emergenza, ma permane troppa burocrazia a rallentare il settore. Nonostante l’economia viva una profonda crisi, che vede particolarmente penalizzate le città d’arte e la ricettività immobiliare, si registra durante il primo semestre 2020, una buona crescita sia congiunturale, che tendenziale della domanda di compravendite in particolare nel secondo trimestre 2020 + 15%, in un quadro in cui i valori rimangono stabili.
La domanda potenziale è aumentata tra i mesi di giugno e luglio, sospinta dall’effetto del ‘lavoro agile’ che ha visto emergere più richieste nelle agenzie immobiliari per gli affitti lunghi e l’aumento di permute immobiliari sospinte da nuove esigenze abitative post lockdown . Fiaip ha registrato un miglioramento rispetto all’indagine precedente, sebbene il quadro macroeconomico per il Paese resti negativo.
Dopo il calo imputabile alle misure adottate per il contenimento della pandemia dovuta al Covid-19, che ha ovviamente limitato la possibilità di stipulare rogiti notarili, determinando nel primo trimestre una forte flessione delle transazioni, in Italia si registra una nuova anomalia: il ‘letargo della PA’.
Per il Centro Studi Fiaip (Federazione Italiana Agenti immobiliari Professionali) nel secondo trimestre 2020 a penalizzare l’accelerazione registrata dagli operatori è il fattore letargo della Pubblica amministrazione. Sono molte le compravendite rimandate, che avrebbero già potuto concludersi dopo la riapertura delle agenzie immobiliari . Questa anomalia è dovuta alla scarsa propensione al lavoro da remoto da parte di molte amministrazioni pubbliche, incapaci spesso di dare risposte in tempi rapidi ad agenti immobiliari e professionisti del settore, ed ha depotenziato le aspettative di crescita in molte aree del Paese.
“Il letargo lavorativo di uffici pubblici e dell’Agenzia delle Entrate – dichiara Mario Condò de Satriano (foto), presidente del Centro Studio Fiaip – purtroppo non è ancora adeguato alle esigenze delle agenzie multidisciplinari e multi servizi che operano in remoto e che spesso non riescono ad ottenere per tempo documentazioni necessarie per la propria attività”.
Secondo il Centro Studi Fiaip il settore immobiliare si conferma uno dei pochi segmenti dell’economia italiana anticiclico, su cui il Paese può far leva per accelerare una ripartenza tra il 2020 e 2021. La graduale riapertura ha spinto il comparto immobiliare in quasi tutte le Regioni, e nel mese di giugno si è avuto un aumento della domanda abitativa in media del 5,8% rispetto all’anno precedente. La fine del lockdown, quindi segna una ripartenza generalizzata del real estate, favorendo quelle famiglie desiderose di investire a prezzi convenienti e con tassi d’interesse irrisori.
Nonostante la stima nel 2020 di un arretramento del 18% delle compravendite, dovuto ai tre mesi di totale inattività per il fermo imposto dall’emergenza pandemica, il mercato immobiliare si dimostra in totale controtendenza rispetto al deterioramento dei dati macroeconomici, registrando un forte interesse per l’acquisto immobiliare da parte di famiglie e investitori.La pandemia dovuta al Covid 19 ha di fatto accelerato una tendenza già in atto dallo scorso anno: il calo dell’interesse per i centro commerciali e l’aumento della contrazione della domanda per uffici e capannoni, mentre è sempre in crescita il residenziale, anche per i piccoli investitori.
Le previsioni potrebbero però cambiare in maniera sostanziale a seconda di quanto succederà nel terzo trimestre 2020. L’incertezza degli scenari, dovuti al virus e agli effetti sull’occupazione e sui salari incidono tutt’oggi sui consumi e sulla propensione agli investimenti a medio lungo termine. Le sorti dell’immobiliare seguono quelle dell’economia e soprattutto dell’occupazione e gli effetti sul mercato delle recenti misure del Governo, non hanno prodotto per ora i risultati auspicati.
Nei prossimi mesi aumenterà la propensione alla permuta immobiliare della prima casa, vero motore del residenziale, mentre sarà più attenuata la propensione all’investimento nelle città d’arte, vista la mancata applicazione dei bonus vacanze per queste tipologie di immobili a ricettività turistica e l’indebolimento della domanda, causata dall’assenza di molti stranieri nel Paese.
Il credito immobiliare è stato prevalentemente trainato negli ultimi mesi dai mutui di surroga ed ha fatto segnare un aumento della domanda nel primo trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019: il ricorso al credito non si è arrestato con il diffondersi della crisi sanitaria ed è tutt’oggi il più forte alleato per il comparto, visti gli ottimi tassi convenienti ancora nel 2020; e ciò nonostante l’attività ridotta da parte degli istituti di credito e degli sportelli bancari, anche nella fase post lockdown.
“Lo sfitto e la desertificazione urbana, che ha visto già prima della pandemia gli investitori fuggire da molte realtà medio piccole, può trasformarsi in un trend generalizzato nel 2020 per grandi aree urbane. In aumento nelle città d’arte – dichiara ancora Mario Condò de Satriano – coloro che hanno mostrato difficoltà nel pagamento dei mutui ed è in netta crescita il numero dei locatari insolventi sia nel commerciale che nel residenziale. In grande aumento le difficoltà registrate nelle città piccole e grandi da parte di esercenti, negozianti, ristoratori e grandi imprese commerciali, che ancora non sono riuscite a superare la crisi o ad accedere ai finanziamenti promessi a fondo perduto o non hanno potuto usufruire del meccanismo della cessione del credito”.
“Rileviamo un immutato interesse nei confronti dell’acquisto delle abitazioni. In aumento inoltre (+ 20%) il numero dei cittadini che si rivolgono alle agenzie immobiliari per una preventiva valutazione di mercato. Auspichiamo – conclude – un piano di riforme fiscali pluriennali e condivise per tutto il real estate. Ora servono nuovi provvedimenti, che vadano ben oltre il DL Agosto, in grado di rilanciare la domanda abitativa e facilitare l’accesso alla liquidità e al credito, oltre ad alleggerire il carico fiscale gravante sugli immobili residenziali e sugli immobili commerciali e a prorogare almeno un rinvio delle scadenze tributarie al 2021.”.