[A cura di: Re/Max – www.remax.it] Bene rifugio, fonte di reddito, casa vacanza: gli italiani da sempre credono e investono nel mattone. Ma se lo sviluppo di piattaforme per la gestione fai-da-te degli affitti ha visto negli ultimi anni una crescita esponenziale dello short rent, l’attuale emergenza sanitaria mette i locatori di fronte a un nuovo scenario.
Secondo la survey condotta da RE/MAX Italia sugli oltre 4.000 affiliati del network si prevede un incremento della domanda di immobili in affitto (48,17%), determinata da diverse congiunture sociali ed economiche.
Durante il lockdown è stata stimata una cancellazione dell’80/100% delle prenotazioni per affitti brevi, derivanti ovviamente dall’annullamento di vacanze e trasferte di lavoro.
“Se per alcuni la seconda casa è destinata a luogo dove trascorrere le vacanze in famiglia, per molti rappresenta, oggi più che mai, una fonte di reddito – afferma Dario Castiglia, CEO & Founder di RE/MAX Italia, gruppo in franchising operante nell’intermediazione immobiliare –. Dalla nostra indagine emerge dunque che, nella nuova normalità, i locatori privilegeranno sempre di più affitti a medio/lungo termine, considerati più sicuri e gestibili, affidandosi ad intermediari immobiliari”.
Questi ultimi, infatti, così come per le compravendite, potranno gestire, nel rispetto delle normative e con l’ausilio di tecnologie votate alla riduzione dei contatti interpersonali, la locazione degli immobili in massima sicurezza.
Nel nuovo contesto sono tante le variabili che cambiano in ambito locativo, a partire dall’utenza che manifesta una nuova profilazione. Parlando delle grandi città, se fino a tre mesi fa erano principalmente studenti e professionisti in trasferta a cercare appartamenti in affitto, si prevede un netto decremento della domanda da parte di questi ultimi a fronte di lezioni universitarie e meeting on line.
Su cosa si basa dunque la previsione di un incremento della domanda? Dalla survey di RE/MAX emerge una nuova utenza interessata alla locazione.
“Lo scenario post quarantena è estremamente eterogeneo – prosegue Castiglia –. Ad esempio, se da un lato ci sono famiglie che manifestano la necessità di case più grandi con spazi esterni e stanze jolly, con la disponibilità di trasferirsi anche in zone più periferiche, dall’altro c’è chi, per problemi economici si vedrà costretto a vendere la propria casa e andare a vivere in affitto“.
Sono bastate dunque poche settimane, trascorse in condizioni “straordinarie”, per far nascere nuove esigenze come quelle di giovani coppie che, tenute forzatamente a distanza, intendono affittare casa per andare a convivere.
A fronte di un aumento della domanda, si prevede anche una crescita dell’offerta di immobili in affitto, con prezzi tendenzialmente allineati al periodo pre-Covid, più alti per case con pertinenze oggi molto appetibili, come terrazzi e giardini (75,41%), più bassi per quelle che al contrario manifestano maggiori limiti in caso di un ritorno alla quarantena (piani intermedi senza balconi).
“Il nostro network, sempre operativo da remoto anche durante il lockdown, oltre alle compravendite, ha gestito numerose richieste anche in ambito di locazione – aggiunge Castiglia –. Ai requisiti da sempre apprezzati come la prossimità a servizi quali mezzi pubblici (49,75%) e aree verdi (52,26%), si sono aggiunte nuove esigenze come la vicinanza a piste ciclabili, supermercati e farmacie (58,29%)“.
Nuove tendenze si prospettano anche per le case di villeggiatura dove, a fronte dell’incertezza degli affitti brevi con richiesta di cancellazione garantita, i proprietari sceglieranno di utilizzare l’immobile per trascorrere le proprie vacanze in famiglia oppure opteranno per locazioni residenziali e a vocazione turistica.
Se da un lato la stessa Organizzazione Mondiale del Turismo afferma che, “vista la costante evoluzione del contesto, è molto complicato fare stime sugli effetti che il COVID-19 avrà sul turismo internazionale”, dall’altro il Governo italiano si appresta a lanciare la campagna “Viaggio in Italia” per favorire il turismo interno.
Le mete non saranno solo le già note località di mare e montagna, ma anche luoghi inediti per le vacanze, che secondo il Touring Club risponderanno all’emergente “undertourism”, ovvero un turismo che privilegerà l’Italia meno nota e affollata dove godere di vacanze open air e ritmi lenti.