Ridurre la pressione fiscale gravante sul sistema immobiliare. Favorire il migliore utilizzo e la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, promovendo politiche e normative volte ad agevolare interventi di riqualificazione edilizia, di manutenzione del patrimonio immobiliare e suo frazionamento con effetti di minor consumo di suolo. Stimolare e promuovere interventi pilota di rigenerazione urbana, ivi inclusi quelli di sostituzione edilizia, apportandovi il proprio know how, la capacità di risparmio e di innovazione, la rappresentanza e la partecipazione della proprietà diffusa.
Sono questi alcuni degli obiettivi del protocollo di intesa sottoscritto fra Confedilizia (l’organizzazione, articolata in più di 200 sedi in tutta Italia, che da oltre un secolo tutela la proprietà immobiliare) e Finco (la Federazione dei prodotti, degli impianti, dei servizi e delle opere specialistiche per le costruzioni, alla quale aderiscono 38 associazioni per un complesso di oltre 3.500 imprese e circa 100.000 dipendenti, che sviluppano un volume d’affari globale di 10 miliardi di euro).
Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha dichiarato: “Questo accordo con Finco – oltre a rivestire una grande importanza per le tante attività che le nostre due organizzazioni potranno svolgere insieme – ha anche un forte valore simbolico. Rappresenta, esso stesso, la sintesi di quanto da parte nostra sosteniamo da molti anni, soprattutto da quando è stato commesso l’imperdonabile errore, che l’Italia sta ancora pagando, di considerare gli immobili come una ricchezza statica, la cui ipertassazione non avrebbe prodotto effetti depressivi sull’economia. Gli immobili sono, soprattutto nel nostro Paese, il punto di incontro di mille settori produttivi, molti dei quali riuniti in Finco. Colpirli fiscalmente in modo scriteriato ha significato annientare migliaia di imprese e far scomparire centinaia di migliaia di posti di lavoro. Con Finco vogliamo lavorare per ridare fiato all’immobiliare, e così all’intera economia”.
La presidente di Finco, Carla Tomasi, ha quindi aggiunto: “I fabbricati, lungi all’essere un insieme inerte, plasmano l’ambiente e fanno parte del corpo vivo del territorio e delle nostre città sotto il profilo sia sociale, che culturale ed economico. La Federazione è consapevole di questo e ritiene importante una politica di piattaforme territoriali per punti prioritari (in particolare infrastrutture, edilizia, ambiente e beni culturali), rispetto alla quale il contributo di Confedilizia è basilare. Per ciascuno di questi segmenti – senza escludere le interazioni – vanno elaborati piani da confrontare con gli enti locali di riferimento al fine di raggiungere intese dalle quali promanino le successive iniziative operative. Se i più sensibili operatori del settore immobiliare e delle costruzioni prendono l’iniziativa dei piani industriali, agli enti locali competerà l’inventario dei fabbisogni e delle risorse da destinare: da questo incrocio virtuoso e consensuale, dovrebbero sorgere piattaforme territoriali con ricorso anche a software dedicati”.