[A cura di: Fiaip – www.fiaip.it] Un raggio di luce sul futuro del mattone italiano. Secondo un’indagine svolta dal Centro Studi Fiaip su circa 1000 agenti immobiliari, dal 4 maggio, giorno di riapertura delle attività, sono riprese a pieno regime le visite agli immobili sia in vendita che in locazione, la domanda potenziale sembra addirittura cresciuta e sono state raccolte le prime proposte d’acquisto, anche beneficiando dello stock di oltre 20.000 transazioni non portate a termine durante il periodo di lockdown.
Dopo il buio quindi, s’iniziano a intravedere i primi bagliori dell’alba confermando che la pandemia Covid-19 non ha spento la voglia di casa, anzi: la propensione all’investimento immobiliare da parte degli italiani si è maggiormente rafforzata a causa dell’incertezza dei mercati finanziari sottoposti alla globalizzazione, ma anche per una nuova consapevolezza che vede nell’acquisto della propria abitazione l’approdo in un luogo sicuro per sé e la propria famiglia.
Il mattone batte dunque il virus, nonostante il clima economico negativo. In un clima congiunturale di recessione, in cui l’Istat prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020, con una caduta dell’8,3%, e una ripresa parziale nel 2021, il settore immobiliare si conferma come uno dei pochi comparti dell’economia italiana su cui il Paese può far leva per accelerare una ripartenza tra il 2020 e 2021.
Nel secondo trimestre 2020, secondo il Centro Studi Fiaip, si fotografa una situazione stazionaria per il mercato immobiliare residenziale, rispetto allo stesso periodo del 2019, anche per quanto concerne i valori immobiliari.
Viceversa, relativamente ai settori commerciale e direzionale si registra una contrazione dei valori per le locazione di uffici, con un altrettanto forte riduzione dei metri quadri richiesti dalle aziende. Medesima situazione per quanto concerne i negozi che, fatta eccezione per le attività alimentari, continuano a soffrire gli effetti della crisi.
Il settore turistico, fortemente penalizzato dalla pandemia, è attualmente in una situazione di “limbo” nell’attesa di una ripartenza del flusso dei collegamenti.
Nonostante il periodo di grande difficoltà e incertezza, sarebbero più di 2 milioni le famiglie propense all’acquisto immobiliare nel nostro Paese, in un mercato che vede prevalentemente sostituzioni della prima casa, anche in virtù di un ritrovato credito immobiliare, che si conferma un alleato valido, grazie al fatto che l’Italia è il Paese in Europa dove costa di meno finanziare l’acquisto di un immobile.
La fine del lockdown quindi segna una ripartenza del Real Estate favorendo quelle famiglie desiderose di investire a prezzi convenienti e con tassi d’interesse irrisori. Sono, inoltre, chiari i segnali della voglia di ripartire da parte delle piccole e medie imprese, molte delle quali hanno adottato un atteggiamento prudente in attesa anche di più chiare disposizioni da parte del Governo sulle iniziative predisposte per favorire la ripresa dell’economia.
L’evoluzione del mercato immobiliare potrà essere determinata nei prossimi anni dalla capacità dell’offerta di rispondere, in termine di qualità e fruibilità degli immobili, alle nuove esigenze della domanda condizionata da una rapida evoluzione dei modi di abitare, ossia di vivere la propria abitazione anche come luogo dove lavorare e produrre. Nonostante il periodo di grande difficoltà e incertezza, dopo gli ultimi mesi trascorsi in lockdown sono sempre più le famiglie e i singles che chiedono immobili di varia metratura più vivibili e ampi. L’abitazione maggiormente richiesta continua a essere il trilocale, che non solo deve godere di tutti i servizi (metro-bus, supermarket, farmacie, alimentari) in prossimità, ma disporre di terrazzi e balconi o di aree a verde privato, oltre ad uno spazio dove poter lavorare in smart-working.
“Le mutate esigenze dell’abitazione desiderata – dichiara Mario Condò de Satriano, Presidente del Centro Studio Fiaip – purtroppo non bilanciate da una maggiore capacità di spesa, produrranno una omogeneizzazione e migliore distribuzione della domanda sul territorio a vantaggio di una rivalutazione delle zone semicentrali e periferiche.
Si confermano in crescita il numero di coloro che si rivolgono sempre più alle agenzie immobiliari (22%) per guardare all’acquisto della casa, per difendere i propri investimenti e per riconvertire l’abitazione in una casa più confortevole e spaziosa”.
“Aumentano inoltre – dichiara ancora Condò de Satriano – coloro che hanno mostrato difficoltà nel pagamento dell’affitto, che non riescono ad accedere ad alcun bonus e dove il ruolo dell’agente immobiliare diviene ancora più strategico al fine di trovare soluzioni condivise che evitino contenziosi legali. Nel segmento commerciale sono inoltre numerosi negozi nei centri storici non hanno riaperto e sono sempre in crescita coloro che dismettono locali e attività d’impresa non potendo superare la crisi”.
Le sorti dell’immobiliare seguono quelle dell’economia e soprattutto dell’occupazione e gli effetti sul mercato delle recenti misure del Governo, non hanno prodotto per ora i risultati auspicati. L’endemica lentezza attuativa dei decreti Cura Italia e Liquidità fatica a farsi percepire nelle tasche delle piccole e medie imprese e delle partite Iva danneggiate dalla crisi sanitaria dove il “bazooka” da 400 miliardi di euro in garanzie e prestiti sinora non si è visto.
“Rispetto ai Paesi europei – dichiara il presidente nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini – lo stock immobiliare italiano, caratterizzato da una percentuale elevata di immobili obsoleti, potrà però beneficiare dell’effetto che auspichiamo sarà innescato nei prossimi mesi dall’applicazione di un’interessante misura prevista all’interno del Decreto Rilancio, conosciuta come ‘Superbonus 110%’ quale progetto organico a sistema circolare che richiede la collaborazione di tutti, in quanto affianca una fiscalità di vantaggio alla riqualificazione energetica e al consolidamento sismico dell’intero patrimonio immobiliare rendendolo nuovamente attrattivo e contribuendo in tal modo ad aumentarne il valore di mercato”.
“Una misura che – ribadisce Baccarini – con i giusti correttivi quali una sburocratizzazione per facilitarne l’accesso, l’estensione della sua applicabilità alle seconde case unifamiliari e l’allungamento della sua durata almeno fino al 2025, potrebbe rappresentare, grazie anche e soprattutto alla “bancabilità”, una leva di strategica importanza per il rilancio del mercato, in particolare dell’usato, e in generale dell’intero settore immobiliare da sempre fondamentale per l’intera economia nazionale”.