[A cura di: gruppo Tecnocasa – www.tecnocasa.it] Gli investitori hanno contribuito, con il loro interesse verso il mattone, al rilancio del settore dopo la crisi degli anni scorsi. Infatti, secondo le analisi dell’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa, negli ultimi cinque anni, la componente di acquisto per investimento è passata dal 18,5% al 25%, con un consistente balzo in avanti.
Oltre che dalla rivalutazione del capitale, pare che i potenziali acquirenti siano attirati anche dal rendimento medio annuo lordo da locazione che, per un bilocale, si aggira mediamente intorno al 5%. Una notevole spinta, poi, è stata data dall’esplosione degli affitti brevi che hanno portato tanti investitori su questo segmento, soprattutto, nelle città ad alta attrattività turistica. E sono proprio questi ultimi ad essere in stand by in questo momento perché stanno cercando di capire come muoversi in particolare in quelle città in cui questo segmento era già saturo.
In questo caso si potrebbe optare per la locazione residenziale. Infatti, stando a quanto emerge dalle analisi del gruppo, le zone centrali, quelle interessate da locazioni da parte di studenti e lavoratori fuori sede così come quelle sottoposte ad interventi di riqualificazione, restano come sempre attrattive.
In città come Firenze e Milano le zone centrali hanno raddoppiato il loro valore dal 1998. La pandemia inoltre ha fatto riscoprire il mattone in generale, ma anche come asset da prendere in considerazione per diversificare il proprio portafoglio.
Ma come evolverà in effetti il mercato dopo la pandemia? “Non è facile capirlo – spiega Fabiana Megliola, responsabile Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa – soprattutto a livello di prezzi, essendo questi notoriamente più rigidi e lenti a muoversi, sia al rialzo e sia in ribasso. La pandemia è arrivata in un momento in cui il mercato immobiliare era in fase di ripresa, con città particolarmente dinamiche e con prezzi e compravendite in rialzo, soprattutto nelle metropoli. Sicuramente quello che è accaduto ha messo nuovamente al centro la casa”.
“Dal punto di vista dei prezzi – conclude Megliola – vediamo più probabile un ritocco verso il basso per i prezzi delle tipologie di bassa qualità che, penalizzate durante la crisi degli anni passati, stavano nuovamente riprendendo valore soprattutto nelle metropoli dove l’offerta è inferiore alla domanda. Chi avrà necessità ed urgenza di vendere potrebbe essere più propenso a ribassare i prezzi. Nelle metropoli abbiamo considerato un leggero peggioramento dei prezzi che potrebbero orientarsi, in linea di massima, verso la stabilità”.