I MUTUI CRESCONO: +55% NEI PRIMI 4 MESI 2015
[Fonte: Abi]
Cresce la ripresa del mercato dei mutui in Italia. I tassi di interesse bassi, la liquidità arrivata alle banche dalla Bce con il cosiddetto “quantitative easing” e prezzi degli immobili, in qualche caso, più leggeri danno nuova fiducia alle famiglie che tornano ad investire i propri risparmi sulla casa.
Secondo il campione dell’Abi (78 banche, circa l’80% della totalità del mercato) le erogazioni di nuovi mutui da aprile a maggio 2015, sono state pari a 11,3 miliardi di euro rispetto ai 7,3 miliardi dello stesso periodo del 2014, segnando una crescita del 55,2 per cento. Un trend già evidenziato nel primo trimestre e i cui primi segnali si scorgevano già alla fine dello scorso anno con una progressione sia delle compravendite che dei mutui.
Certo, sebbene dopo sette anni si torni a vedere in qualche modo la luce, è difficile che ritorni il boom delle compravendite di dieci anni fa. È comunque da ricordare che, secondo un recente rapporto del barometro Crif la domanda di mutui ad aprile è tornata ai livelli di 5 anni fa, ovvero prima del crollo verticale registrato a partire dalla metà del 2011.
In questo quadro cresce il peso delle surroghe e sostituzioni, ma è ancora inferiore al 20 per cento. Intanto l’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2015, segnala l’Abi, è anche superiore sia al dato dei primi quattro mesi del 2013, quando si attestarono sui 5,77 miliardi di euro, sia al valore dei primi quattro mesi del 2012 (6,77 miliardi di euro). I mutui a tasso variabile rappresentano il 63,3% delle nuove erogazioni complessive.
Ma emerge anche un sensibile incremento dei mutui a tasso fisso che hanno superato ad aprile di quest’anno il 40% delle nuove erogazioni (erano il 16% dodici mesi prima). Va segnalato peraltro che la dinamica positiva che si va registrando di mese in mese è supportata, da una parte, da una forte riduzione del costo dei mutui (complici tassi di interesse abbastanza vantaggiosi) con nuovi pacchetti studiati anche per giovani coppie e lavoratori atipici e, dall’altra, dai continui miglioramenti della capacità delle famiglie di accedere al mercato immobiliare.