In Europa fondi immobiliari e Reit rappresentano i veicoli più idonei a intercettare la domanda di servizi di gestione professionale da parte dei detentori di patrimoni immobiliari, e svolgono un ruolo di crescente importanza nell’ambito dell’attività di Asset management. È una delle risultanze del 31esimo rapporto di Scenari Immobiliari, presentato nei giorni scorsi a Roma dal presidente Mario Breglia (nella foto) e da Gottardo Casadei (Studio Casadei), alla presenza di numerosi ospiti e relatori professionali ed istituzionali.
Nei principali Paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera), il 2017 si dovrebbe chiudere con un patrimonio di oltre 550 miliardi di euro, in aumento di circa l’8 per cento rispetto all’anno precedente. A fronte di una situazione di stabilità o incremento modesto in alcuni Paesi, come Italia, Olanda o fondi aperti tedeschi, la crescita acquista maggiore vigore in altri mercati. É il caso dei fondi riservati tedeschi, dei fondi non quotati francesi e dei veicoli lussemburghesi.
I principali mercati immobiliari europei confermano comunque la fase positiva evidenziata a partire dal 2016. Nonostante lo scenario economico e politico incerto, il fatturato immobiliare è aumentato ovunque, fatta eccezione per il Regno Unito, dove il brusco rallentamento dell’attività nel periodo post-Brexit ha comportato una consistente flessione. Italia e Francia hanno registrato un aumento analogo nel 2016, con un’accelerazione nel 2017. La Germania ha evidenziato una fase di stabilizzazione, mentre la Spagna è tra i Paesi caratterizzati da un ritmo di crescita sostenuto, che proseguirà nel biennio a seguire.
La crescita del mercato immobiliare italiano, che si lascia alle spalle una lunga crisi, consolida il buon andamento del settore dei fondi immobiliari (407 quelli attivi). Secondo le proiezioni, sulla base dei dati delle semestrali e delle indicazioni dei gestori, il nav a fine anno sarà vicino o poco sopra i 50 miliardi di euro. Si tratta di uno stock superiore a quanto detenuto dal sistema assicurativo, previdenziale e bancario italiano. E ha avuto un incremento del 4,2 per cento rispetto all’anno precedente. Il patrimonio immobiliare diretto arriva a quasi 55 miliardi di euro, comprese le operazioni di sviluppo.
Le previsioni per il 2018 sono di un leggero incremento di nav e patrimonio, visto che il flusso in uscita sarà significativo. A fine anno il saldo dovrebbe essere positivo, anche per la presenza di nuovi operatori di matrice estera.
Il settore immobiliare residenziale – ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – è in crescita in molti mercati, con un generalizzato aumento delle compravendite, guidate quasi ovunque dall’andamento positivo dell’usato, che rappresenta oltre due terzi degli scambi. È in crescita anche l’interesse per il comparto come asset class, soprattutto da parte degli investitori istituzionali americani, che negli ultimi due anni hanno investito circa la metà della cifra globale, sei miliardi di dollari, nel Regno Unito, e recentemente hanno incrementato la quota di acquisti nell’Europa continentale. In aumento il trend dei prezzi nella maggior parte delle piazze e alcuni Paesi europei, Romania, Germania e Svezia, figurano ai primi posti nella classifica mondiale per incremento annuo. Il 2017 rappresenta l’anno della svolta per l’Italia, sebbene non in tutti i territori. Londra ha mostrato una performance negativa, con cali delle quotazioni compresi tra il tre e il nove per cento, e le prospettive rimangono incerte.
Il mercato immobiliare finanziarizzato italiano è costituito da un patrimonio immobiliare di circa 62 miliardi di euro (in crescita rispetto ai circa 60 miliardi di euro del 2016) ripartito fra fondi immobiliari destinati al pubblico retail, fondi immobiliari destinati ad investitori istituzionali, Siiq (società di investimento immobiliari quotate) e società immobiliari quotate.
Complessivamente l’industria del settore immobiliare finanziarizzato italiano, al 30 giugno 2017, ha registrato una capitalizzazione in Borsa (fondi retail, Siiq e società immobiliari quotate) pari a circa 3,7 miliardi di euro.