[A cura di: Saverio Serafini – FiscoOggi, Agenzia delle Entrate] È disponibile, sul sito internet dell’Agenzia delle entrate, il Rapporto mutui ipotecari 2019, pubblicazione a cura dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi), secondo i cui dati relativi al 2018, il capitale di debito “estratto” dal patrimonio immobiliare lo scorso anno è tornato sopra i 100 miliardi di euro, pari a circa il 5,7% del Pil, dopo il minimo di 58,3 miliardi del 2014 e il massimo di 205 miliardi del 2007.
Scendendo più in dettaglio, ammontano a poco più di 950mila gli immobili ipotecati a garanzia di mutui nel 2018, +3,7% rispetto al 2017, con una quota vicina al 60% contenuta in atti prettamente residenziali (denominati nel Rapporto Res). La percentuale sul totale delle iscrizioni ipotecarie sale quasi all’85% se si tiene conto anche degli atti residenziali di tipo plurimo (Res Plus) e residenziale misto (Misto Res). Circa il 10% riguarda ipoteche su immobili non residenziali, appartenenti prevalentemente all’ambito terziario-commerciale (Tco) mentre i terreni ipotecati (separatamente da altri eventuali immobili), nel 2018, sono poco più di 40mila pari al 4,3% del totale.
Come si è già accennato il valore monetario dei finanziamenti garantiti da ipoteche immobiliari nel 2018 è pari a oltre 100 miliardi di euro, il 7% in più del 2017.
La quota che deriva da atti di mutuo con immobili residenziali (Res, Res Plus e Misto Res), si conferma intorno al 57% con un ammontare di 57,3 miliardi di euro (+1,2% rispetto al 2017). Tra gli atti che coinvolgono solo immobili non residenziali va sottolineato l’incremento di quasi il 60% del capitale ottenuto tramite ipoteche su unità appartenenti al settore produttivo, oltre 7,5 miliardi nel 2018 rispetto ai 4,7 del 2017. Infine gli atti con solo terreni ipotecati hanno generato finanziamenti per circa 7,3 miliardi di euro, confermando un peso percentuale intorno al 7%, analogo a quello registrato nel 2017.
Nel 2018, i tassi medi alla prima rata ponderati per il capitale fanno segnare il loro minimo, pari al 2,2% negli atti prettamente residenziali (Res) e negli atti con immobili produttivi (Pro). A primi sono associati anche i mutui con durata media più lunga: 23 anni.
L’analisi territoriale, come nella passate edizione, evidenzia una forte concentrazione delle operazioni ipotecarie nelle regioni settentrionali, soprattutto in termini di numero di immobili. Dal punto di vista dei capitali erogati sono le altre aree del territorio, però, a mostrare le variazioni più consistenti rispetto al 2017: +15% circa sia al Centro che al Sud.
Nella seconda parte il Rapporto esamina la destinazione del finanziamento distinguendo fondamentalmente tra due tipologie:
Vengono per completezza analizzate anche situazione miste, nelle quali solo una parte del capitale finanziato ha trovato corrispondenza nel mercato immobiliare. Dallo studio relativo al 2018 risulta che 35 miliardi di euro sono stati reimmessi integralmente nel circuito immobiliare. Circa 45 miliardi sono stati invece impiegati in altri ambiti.
Rispetto al 2017 queste due forme di impiego hanno fatto registrare un incremento intorno al 7 per cento. A ciò si deve aggiungere che di circa 12 miliardi almeno una quota parte, sebbene non quantificabile con esattezza, è stata comunque reinserita nel circuito immobiliare attraverso operazioni di natura ibrida. Per poco più di 7 miliardi di euro, infine, non è stato possibile individuare una destinazione, in quanto si riferiscono a ipoteche su terreni per i quali le statistiche sulle compravendite saranno disponibili solo in futuro.