Gli interessi in gioco sono molteplici e decisamente delicati. Non c’è dunque da stupirsi che la diatriba relativa all’ingresso degli istituti di credito nel comparto dell’intermediazione immobiliare sia ormai quasi quotidianamente agli onori delle cronache. Questa volta, ad intervenire sulla questione è la Fiaip che, all’esposto presentato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ne ha fatto seguire un secondo depositato invece alla Banca d’Italia, in merito all’esercizio da parte di Unicredit Subito Banca e Intesa San Paolo Casa dell’attività intermediazione nel settore abitativo.
In particolare, nell’esposto presentato dall’avv. Antonio Catricalà a via Nazionale, la Federazione degli Immobiliaristi evidenzia alcune anomalie, come la commistione tra l’attività bancaria e quella dell’intermediazione immobiliare che vede violare da parte di alcuni istituti di credito regole di trasparenza e correttezza che gli intermediari sono tenuti ad osservare con i clienti e chiede uno stop allo sbarco dei big di credito nell’intermediazione immobiliare.
“Riteniamo – dichiara il presidente Fiaip, Paolo Righi – che l’attività svolta da parte alcuni istituti di credito nel mercato dell’intermediazione immobiliare possa risultare lesiva anche degli interessi dei consumatori e non è in linea con le regole delle trasparenza e correttezza che le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti a osservare nei rapporti con la clientela”.
La richiesta avanzata dalla Fiaip è quella di bloccare l’attività delle due banche nel settore delle compravendite immobiliari, perché “gli istituti di credito – precisa ancora Righi – dovrebbero sostenere e favorire la crescita degli operatori presenti sul mercato e non fare direttamente impresa, generando una situazione di concorrenza sleale. Per questo chiediamo che la loro attività sul fronte dell’intermediazione immobiliare venga fermata dalle autorità competenti”.
Secondo Fiaip, la presenza, all’interno di un medesimo gruppo bancario, di imprese chiamate a svolgere, seppure mediante una gestione separata, attività bancaria e attività di intermediazione immobiliare, con conseguente evidente commistione tra tali attività, potrebbe comportare una lesione delle garanzie di indipendenza e imparzialità nei confronti di consumatori e risparmiatori interessati a beneficiare delle prestazioni rientranti nell’una o nell’altra attività”.
“È evidente – continua Righi – l’inosservanza del divieto previsto esplicitamente dalla D.lgs 141/2010 che vieta, anche in via strumentale, la possibilità di segnalare alla propria clientela mutui bancari a chi svolge l’attività di intermediazione immobiliare”.
Il rischio dello svolgimento, da parte di soggetti appartenenti allo stesso gruppo bancario, di attività creditizia e d’intermediazione immobiliare, si legge ancora nel testo depositato dall’ avvocato Catricalà, è quello di uno “scambio incrociato di informazioni e dati riservati relativi alla posizione finanziaria e alla esposizione debitoria dei consumatori, i quali potrebbero essere indotti a scelte che, lungi dall’essere libere e consapevoli, sarebbero il frutto di un’azione concordata e condivisa di detti soggetti a proprio esclusivo vantaggio”.