[A cura di: Istituto Europa Asia] Il quadro è questo. Nel 2016 i viaggi di turisti internazionali sono cresciuti del 3,9%, stando ai dati diffusi da UNWTO – United Nations World Tourism Organization; attestandosi a quota 1.235 milioni, 46 milioni in più rispetto al 2015. E gli analisti prevedono un’ulteriore crescita fino a raggiungere quota un miliardo e mezzo nel 2020.
Causa ed effetto insieme della ripresa economica, il turismo in Italia ha ripreso a viaggiare, è il caso di dire, a gonfie vele. Lo confermano bilanci e previsioni.
Finita nel 2014 la pesante crisi, solo parzialmente compensata dalla costante crescita dei visitatori stranieri, nel 2016 – dati dall’Annuario statistico italiano Istat – il flusso delle presenze ha toccato quota 403 milioni; in aumento del 2,6% rispetto al 2015. Nell’ambito dei paesi dell’Ue, l’Italia si colloca in terza posizione per numero di pernottamenti negli esercizi ricettivi, con un’incidenza di stranieri superiore alla media europea (49,5% rispetto al 45,5%). E, secondo il rapporto previsionale degli operatori del settore, lo scorso anno le presenze hanno superato 420 milioni, più 4,2% rispetto al 2016.
Sugli scudi il turismo lombardo. Secondo un’indagine di Intesa Sanpaolo, in Lombardia, terza regione italiana per afflusso di visitatori stranieri, il 2017 è stato da record, con 37 milioni di turisti, compresi gli italiani. E pure le feste di Natale e Capodanno hanno, come si suol dire, registrato il tutto esaurito. La Lombardia è tra le mete preferite dagli italiani per le vacanze invernali. Lo confermano le ultime rilevazioni dell’Osservatorio Confturismo – Istituto Piepoli. Al primo posto il Trentino Aldo Adige, al secondo la Toscana, al terzo la Lombardia. Seguono Piemonte, Veneto e Valle d’Aosta.
In Lombardia continua, quindi, il trend positivo. A consuntivo 2016, gli arrivi sono aumentati del 3,4% rispetto al 2015, e le presenze vanno ancora meglio, pari al 5,7%. Il dato, se confermato anche con i movimenti dei turisti della città metropolitana, è particolarmente positivo se si considera che viene rapportato ad un anno in cui il tasso di crescita del turismo è stato a due cifre grazie ad Expo.
Il risultato regionale è, come di consueto, dato dalla composizione di andamenti differenziati a livello territoriale: oltre allo straordinario incremento del 18,8% degli arrivi e del 12,8% delle presenze di Mantova, capitale italiana della cultura nel 2016, è rilevante l’aumento dell’8,2% circa degli arrivi e presenze nel bresciano, dell’8,4% degli arrivi e del 4,6% delle presenze a Sondrio, e del 7,4% degli arrivi e del 7,9% delle presenze a Como.
Seguono Lecco, con un aumento del 3,1% degli arrivi e del 4,6% delle presenze, Varese con un +2,1% e 1,7% rispettivamente per arrivi e presenze, e poi Cremona con un incremento degli arrivi del 2,4% a fronte di una stazionarietà delle presenze.
In termini di arrivi, il mercato di gran lunga più importante si conferma la Germania, seguita da Francia, Cina, Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna e Giappone. Tra i prodotti turistici, arte e cultura, sport attivo e benessere, agriturismo e turismo green, enogastronomia risultano i più popolari, seguiti dal turismo montano. Si segnala la ripresa del segmento turismo d’affari, stabile quello fieristico e congressuale.
Notevoli, quindi, i benefici per l’economia del territorio; in termini occupazionali, sia pure temporanei, legati cioè ai periodi di media e alta stagione, ma anche per quanto riguarda gli investimenti: 3 operatori turistici su 4 si propongono di ammodernare e ampliare le strutture, mentre si moltiplicano corsi e scuole che puntano a migliorare la qualità dei servizi offerti.
Non si può certo dar torto al ministro Dario Franceschini quando afferma: “L’Italia è la meta turistica più desiderata al mondo. Chi viene da noi, vuole vivere un’autentica esperienza in cui cultura, cibo, stile e bellezza rappresentano un tutt’uno. Nei prossimi anni il turismo crescerà e a tassi percentuali elevati; la sfida è governare questa crescita valorizzando e salvaguardando il patrimonio diffuso in tutto il Paese”.
Un richiamo rivolto a tutti coloro che siano desiderosi di scoprire le straordinarie meraviglie del nostro Paese. Non solo i grandi poli culturali universalmente noti, ma tutto il patrimonio diffuso nel territorio, i piccoli e grandi tesori nascosti tra le pieghe di un paesaggio sorprendente, tutto da scoprire.
L’Italia è davvero il regno della bellezza: i gioielli d’arte, archeologia, natura, le tradizioni popolari, i teatri, i paesaggi mozzafiato, i centri storici intatti sono infatti diffusi su tutto il territorio e creano una rete densa e sorprendente, un patrimonio spesso poco conosciuto ma prezioso, che merita di essere visitato, valorizzato, amato.
Per questo l’Italia è la meta sognata e fotografata dagli stranieri più di Usa e Australia (seconda e terza in classifica). Accanto alle tradizionali preferenze di americani, tedeschi eccetera si sono prepotentemente proposti i cinesi che l’hanno eletta prima meta europea: secondo la citata UNWTO nel 2016 oltre 13 milioni hanno visitato l’Europa; e di questi, secondo i dati Istat-Confturismo, 3,79 milioni hanno scelto l’Italia dove hanno speso di più (quasi mille euro a testa) tra i Paesi UE.
Del resto, nonostante i problemi di sempre – una promozione spezzettata tra Stato, Regioni e Comuni; deficit logistici; eccesso di costi fiscali; speculazione e improvvisazione di taluni operatori – il Bel Paese permane vivissimo nell’immaginario del mondo. Basti un solo dato: gli studenti di italiano nelle università americane sono passati dai quasi 50mila del 1990 agli oltre 71 mila del 2013, afferma la Modern Language Association. E l’italiano è al quarto posto tra le lingue moderne insegnate negli atenei statunitensi, che riscoprono il “dolce sì”, mentre noi abbiamo prontamente adottato l’ok.