Nel 2014, il 70 per cento delle famiglie possedeva almeno un immobile
residenziale. È quanto emerge dall’indagine condotta da Bankitalia sui bilanci
delle famiglie italiane, secondo cui la quota di famiglie proprietarie
dell’abitazione di residenza era solo di poco inferiore, pari al 67,7 per
cento, sostanzialmente in linea con quella registrata nell’indagine sul 2012;
il 20,7 per cento era invece in affitto, mentre il restante 11,6 per cento la
occupava a uso gratuito, in usufrutto o a riscatto.
Nonostante l’ampia diffusione della proprietà immobiliare, tuttavia,
il suo valore è decisamente più concentrato: il 59 per cento è detenuto dal 20
per cento delle famiglie più abbienti. La proprietà dell’abitazione di
residenza, inoltre, non è uniforme tra gruppi della popolazione: ne sono
titolari i tre quarti dei nuclei con capofamiglia con almeno 55 anni, delle
famiglie dei laureati e degli autonomi e attorno al 70 per cento delle famiglie
residenti nei comuni più piccoli o del Centro, ma solo il 21,9 per cento delle
famiglie straniere; nel primo quinto di reddito familiare solo un terzo delle
famiglie è proprietario della propria abitazione contro quasi il 90 per cento
nei due quinti più alti.
Quanto alle dimensioni, a fronte di un’ampiezza dell’abitazione di residenza
analoga a quella del 2012, il calo del suo valore medio è dovuto all’ulteriore
diminuzione dei prezzi unitari. Nelle percezioni delle famiglie intervistate, i
prezzi al metro quadro si sono ridotti di quasi il 5 per cento nel biennio
2012-14: una dinamica solo lievemente inferiore a quella registrata dall’indice
Istat, e in forte attenuazione rispetto a quella della precedente indagine
(-8,7 per cento tra il 2010 e il 2012). I prezzi al metro quadro delle seconde
case dichiarati dalle famiglie hanno invece avuto un andamento decisamente più
negativo, contribuendo in misura significativa alla riduzione della ricchezza
delle famiglie più benestanti, appartenenti all’ultimo quinto della
distribuzione, che posseggono oltre l’80 per cento del valore complessivo delle
case non adibite a propria residenza.
Le abitazioni di residenza occupate dai proprietari
hanno un valore in media pari a 220.000 euro; i proprietari stimano che
dovrebbero pagare in media 6.800 euro annui per prenderle in affitto. Il valore
del servizio abitativo derivante dalla proprietà dell’abitazione di residenza
(l’affitto imputato) è in media pari a quasi il 20 per cento del reddito del
proprietario e implica un rendimento di circa il 3 per cento. Le abitazioni di
residenza in affitto hanno un valore medio inferiore (122.000 euro),
prevalentemente per effetto della minore superficie media (rispettivamente, 74
e 110 metri quadrati). L’affitto medio pagato dalle famiglie (4.000 euro
all’anno) è diminuito del 5,2 per cento rispetto alla precedente rilevazione;
il rendimento lordo per il proprietario è mediamente pari al 3,2 per cento,
stabile rispetto a quello del 2012 e in linea col rendimento implicito delle
abitazioni di proprietà.