Tra i tanti ambiti in cui il digitale si è fatto strada fino a primeggiare, c’è anche il comparto del mercato immobiliare turistico, protagonista nelle ultime settimane di diverse novità, non tutte in chiave propriamente positiva. Vediamo le principali.
Nei giorni scorsi l’assessore a Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro, Adriano Meloni, ha annunciato l’introduzione di una tariffa di 3,5 euro a notte per persona per chi prenota il proprio soggiorno tramite siti come Airbnb o Homeaway. Saranno i siti a incassare direttamente questa tariffa e a girarla al Comune di Roma, per un introito supplementare stimato di 20 milioni di euro.
Non solo “esattore” per conto del Comune di Roma. Airbnb ha infatti annunciato il lancio della nuova opzione di pagamento dilazionato Pay Less Up Front: una funzione che permette agli ospiti di suddividere il costo della propria vacanza in due tranche. Al fine di bloccare una prenotazione, i turisti non dovranno più pagare l’intero importo del soggiorno ma solo un deposito (circa il 50% del costo totale della prenotazione), per poi effettuare il saldo poco prima dell’effettivo inizio della vacanza.
Ma come funziona, in sostanza, il pagamento dilazionato? Ecco gli step principali:
Dati interessanti arrivano anche da HomeAway, portale tra i più noti per l’affitto di case vacanze. Una pratica, quest’ultima, che piace sempre di più agli italiani: per il risparmio, la possibilità di condividere spazi più ampi in famiglia e/o con amici, la libertà e la flessibilità, l’uso di una cucina, soprattutto quando si viaggia in famiglia, la possibilità di portare con sé degli animali e l’opportunità di abitare spazi personalizzati, originali e molto più confortevoli rispetto ad altre sistemazioni più classiche. Sta di fatto che la locazione di immobili turistici attraverso il sito internet è in costante crescita.
Ciò che invece non ha subito grandi cambiamenti nell’anno 2017, è la classifica delle mete predilette dai nostri connazionali. In Italia, nell’ordine: Roma, Firenze, Venezia, Torino e Milano; all’estero: Parigi, Londra, Barcellona, New York, Amsterdam.
Ma per l’immobiliare turistico on line (in realtà, soprattutto per le agenzie di viaggio, che hanno nel comparto dell’accomodamento soltanto una delle attività proposte) non è tutto rose e fiori. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha infatti concluso sei procedimenti istruttori nei confronti dei professionisti che operano come agenzie e comparatori turistici on line attraverso i siti: www.it.lastminute.com, www.volagratis.com, www.opodo.it, www.govolo.it, www.edreams.it, www.gotogate.it.
Le indagini sono state avviate anche sulla base di segnalazioni pervenute da associazioni di consumatori e ad esito dello Sweep 2016, cioè dell’attività di verifica di 352 siti web di comparatori turistici nell’UE coordinata dalla Commissione europea. Sui citati siti internet, l’Autorità antitrus ha riscontrato la presenza di informazioni non sufficientemente trasparenti e di immediata comprensione per il consumatore, che ostacolavano l’esercizio dei relativi diritti, riferite alle responsabilità del soggetto che offre il servizio di intermediazione, all’identità della piattaforma per le prenotazioni alberghiere, ai criteri in base ai quali sono calcolati gli sconti praticati. Le contestazioni hanno riguardato, inoltre, l’applicazione di un supplemento di prezzo in relazione alla tipologia di carta di pagamento utilizzata per l’acquisto di voli (credit card surcharge).
Continua, così l’azione di contrasto ad una pratica che frena lo sviluppo del commercio elettronico e impone un costo di transazione al quale i consumatori non sono in grado di sottrarsi, se non scegliendo forme di acquisto e pagamento più disagevoli. In taluni casi, è stata ritenuta illecita anche la previsione di un numero per l’assistenza telefonica post vendita a tariffazione maggiorata e l’assenza di un indirizzo elettronico che il consumatore può utilizzare per comunicare efficacemente con il professionista. All’esito dei procedimenti istruttori, per le indicate violazioni, sono state irrogate ai professionisti coinvolti sanzioni amministrative pecuniarie superiori a complessivi 4 milioni di euro.