Un altro segno più. Lo scorso dicembre nuovo aumento del numero di richieste di mutuo, con un eloquente +33,3% rispetto al corrispondente mese del 2014 che, a sua volta, si era caratterizzato per un segno positivo. Tirando le somme: complessivamente, nel 2015, la domanda di mutui ha fatto segnare una crescita pari a +53,3%, sostenuta dalle condizioni decisamente appetibili offerte dagli istituti di credito e dal fenomeno delle surroghe, che continuano ad essere convenienti grazie ai bassi livelli dei tassi applicati ai nuovi mutui. Nel corso dell’anno appena concluso si è pertanto consolidato il trend di progressivo recupero della domanda di mutui ipotecari verso i volumi pre-crisi. L’analisi è stata condotta da Crif elaborando i dati confluiti in Eurisc: sistema di informazioni creditizie che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie.
In un contesto che permette certamente di ben sperare per il futuro, va comunque sottolineato che rispetto al biennio 2009-2010 la domanda del 2015 segna ancora un ritardo significativo. E non è tutto. L’importo medio dei mutui richiesti nell’intero anno 2015, infatti, è ulteriormente calato, attestandosi a 122.176 euro rispetto ai 124.343 euro dell’anno precedente, confermando così un trend in contrazione che perdura da diversi anni. Complessivamente, l’importo medio dei mutui richiesti nel corso del 2015 è calato del -11,3% rispetto ai valori del 2008, prima che la crisi si manifestasse. Nello specifico, la contrazione dell’importo medio richiesto è riconducibile sia al prezzo degli immobili oggetto di garanzia ipotecaria, ancora contenuto rispetto al passato, sia all’incidenza dei mutui rinegoziati, il cui valore è per natura inferiore. Non va però dimenticato l’atteggiamento ancora prudente degli italiani, che tendono a prediligere piani di rimborso in cui la rata mensile gravi il meno possibile sul bilancio famigliare.
IL DETTAGLIO
Relativamente alla distribuzione delle domande in funzione della fascia di importo, nel corso del 2015 la classe compresa tra i 100 e i 150.000 euro si conferma essere la preferita dagli italiani con una quota pari al 30,2% del totale delle domande, in crescita di 1,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, invece, dall’analisi prodotta da Crif emerge come la classe compresa tra i 15 e i 20 anni sia risultata la preferita, con una quota pari al 24,0% del totale, in crescita di 1,5 punti percentuali rispetto al 2014. Relativamente all’età dei richiedenti, infine, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni è risultata ancora una volta quella maggioritaria, con una quota pari al 37,2% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni, con il 24,6%.
IL COMMENTO
“Nel corso del 2015 gli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie hanno mostrato una ulteriore riduzione rispetto alle precedenti osservazioni, con il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) che per i mutui si è attestato a settembre 2015 all’1,7%, ovvero al livello tra i più bassi osservati negli ultimi anni – commenta Simone Capecchi, direttore sales & marketing di Crif -. Questo ha contribuito a rendere più fluida l’offerta da parte degli istituti di credito. Per i prossimi mesi si prospetta un ulteriore consolidamento della domanda di mutui, sostenuta sia dai prezzi degli immobili ancora appetibili sia da un clima di fiducia ai massimi, che infonde una rinnovata voglia di acquisto dell’abitazione”.