Il mese di novembre ha fatto registrare un nuovo incremento (pari a +13,2% rispetto allo stesso mese del 2015) del numero di interrogazioni sul sistema di informazioni creditizie di Crif relative a richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane. Il risultato di novembre porta ad una crescita nell’aggregato dei primi 11 mesi del 2016 pari a +12,7% rispetto al pari periodo del 2015, consolidando il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi. Tuttavia, allargando il confronto agli anni precedenti, emerge ancora un saldo negativo rispetto al biennio 2009-2010.
IMPORTO MEDIO
Ulteriore segnale positivo emerge anche dall’analisi dell’importo medio richiesto, che nel mese di novembre ha fatto segnare il valore più elevato dall’inizio del 2016, con 125.517 euro: di gran lunga superiore ai 121.051 euro rilevati nel corrispondente mese del 2015. Nello specifico, si tratta dell’ottavo mese consecutivo di incremento (mese anno corrente su stesso mese anno precedente), che porta il valore medio nell’aggregato dei primi 11 mesi dell’anno a 123.164 euro.
In generale, si sta progressivamente consolidando il recupero degli importi medi richiesti, anche se nel breve periodo appare evidente come sia difficile il ritorno ai valori registrati a cavallo del biennio 2009-2011, quando l’importo medio si aggirava intorno ai 136.000 euro. Va però ricordato come oggi sia decisamente maggiore la quota dei mutui di sostituzione che, per natura, presentano un importo inferiore rispetto a quello dei nuovi mutui.
Relativamente alla distribuzione per fascia di importo, non emergono elementi di discontinuità rispetto ai mesi precedenti: la classe prevalente nei primi 11 mesi dell’anno in corso si conferma quella compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,5% del totale. Nel complesso quasi 4 domande su 5 (il 77,8% del totale per la precisione) presentano un importo inferiore ai 150.000 euro.
DURATA ED ETÀ
Per quanto riguarda la distribuzione delle interrogazioni relative alla richiesta di nuovi mutui e surroghe per classe di durata, è ancora una volta quella compresa tra i 16 e i 20 anni ad essere la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 24,2% del totale. Più nel dettaglio si segnala come nei primi 11 mesi del 2016 sia aumentata la classe tra i 6 e 10 anni, (+0,7 punti percentuali), a fronte di una pari diminuzione di (-0,7 punti percentuali) di quella tra i 26 e 30 anni.
Osservando infine la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif mette in evidenza una maggior concentrazione nella fascia compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36,0% del totale. Come prevedibile, complessivamente circa due terzi delle richieste sono state presentate da under 44. Altro dato degno di nota è rappresentato dall’incremento, seppur ancora marginale (+0,2 punti percentuali) della quota di mutui richiesti dai giovani al di sotto dei 24 anni.
L’ANALISI
“L’incremento in doppia cifra del numero di interrogazioni relative alle nuove richieste di mutui e surroghe registrato nel mese di novembre sul sistema di informazioni creditizie Eurisc conferma il percorso di recupero del comparto – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif -. D’altra parte i prezzi di acquisto degli immobili e i tassi di interesse applicati, che si mantengono favorevoli, stanno alimentando il ritorno di interesse verso l’investimento immobiliare. Nel nostro Paese, nonostante il permanere di zone con fragilità reddituali, l’investimento immobiliare continua ad essere un pilastro tradizionale dell’allocazione delle famiglie e il ricorso all’indebitamento rappresenta il fattore in grado di dare concretezza alle intenzioni di acquisto. In tale contesto le aziende di credito dovranno ponderare attentamente le iniziative commerciali che andranno a comporre nei prossimi mesi. L’attenta valutazione del merito creditizio del richiedente mutuo e il monitoraggio del portafoglio mutui già perfezionati costituiscono ad oggi fattori fondamentali per evitare il veloce ripresentarsi di fenomeni di insolvenza che potrebbero alimentare l’ammontare dei crediti deteriorati già consistente”.