Non solo il residenziale. Se fanno ben sperare per il settore della casa, i dati dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate aprono qualche scenario finalmente positivo anche per gli altri comparti dell’immobiliare, che nel secondo trimestre del 2016 mostrano variazioni a doppia cifra, in aumento complessivamente del 16,4% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Sebbene riferito a un numero inevitabilmente contenuto di scambi (data la tipologia di immobili oggetto, nella fattispecie, di transazioni) è il settore produttivo a mostrare il tasso di crescita più elevato, sfiorando un rialzo del 29%. Cresce anche il volume delle compravendite relative al settore terziario, +14,7% e al comparto commerciale, +12,9%. Una boccata d’ossigeno collettiva, dunque. Tanto più se letta in una prospettiva storica. Dal 2004 si è evidenziata, infatti, una elevata contrazione di vendite, calcolata su trimestri omologhi, con i settori commerciale e terziario a mostrare le maggiori sofferenze. Un trend che ha cominciato a rallentare soltanto nel 2013, pur se in modo discontinuo. In tutto questo periodo, sono state poche le eccezioni riscontrate: la lieve crescita del settore terziario nel quarto trimestre del 2009, quella del settore produttivo riscontrata nell’ultimo trimestre del 2010, i rialzi del terziario e del produttivo nel secondo trimestre 2011 e infine le variazioni tutte positive registrate nel terzo trimestre del 2011. Dopo i forti cali del 2012, all’inizio del 2013 si osserva anche per i settori non residenziali una decelerazione del trend negativo. Nel terzo e quarto trimestre del 2013 si aggravano nuovamente le perdite per tutti i settori. A partire dal 2014 i mercati tornano in campo positivo anche se con risultati oscillanti tra un trimestre e l’altro. Nel 2016 il terziario prosegue la sua lenta risalita mentre il produttivo e ancor più il commerciale, dopo la flessione di fine 2015, intensificano i loro ritmi di crescita.
TERZIARIO
Come premesso, il settore terziario, che comprende le unità immobiliari censite in catasto come uffici e istituti di credito, mostra nel secondo trimestre 2016 un deciso recupero del numero di scambi, e con 2.409 transazioni segna un rialzo del 14,7% rispetto all’omologo periodo dell’anno precedente. Inoltre, a differenza dei trimestri passati, in cui si ravvisavano tassi di variazione piuttosto difformi tra le diverse aree del Paese, nel secondo trimestre del 2016 le variazioni risultano ovunque positive.
Dopo quattro trimestri di cali consecutivi, è l’area del Sud a evidenziare il tasso di rialzo più elevato, +20,9%, seguita dal Nord che, con un recupero del 13,7%, migliora il risultato del trimestre precedente (era +4,5%), e infine dal Centro dove la crescita degli scambi è dell’11,6%, dato che inverte la tendenza dell’ultimo trimestre, quando si era registrato un calo dell’1,1%.
Guardando alle variazioni tendenziali trimestrali, nel settore terziario, in tutte le macro aree, si sono registrati tassi tendenziali sempre negativi dal IV trimestre 2011. Solo nel III trimestre 2014 ricompaiono i segni positivi al Centro e al Sud e nel IV trimestre il segno positivo permane solo al Sud. Nel 2015 e nel I trimestre 2016 si intensifica la variabilità dei risultati dei singoli trimestri soprattutto al Centro-Nord. In questo secondo trimestre del 2016 si ravvisa invece un’inversione di tendenza generale.
Analizzando le province delle maggiori città italiane, gli andamenti sono piuttosto disomogenei, anche in considerazione dell’esiguo numero di compravendite che si registrano in un trimestre, per cui le variazioni percentuali possono risultare elevate a fronte di lievi variazioni in termini assoluti. Ad ogni buon conto, complessivamente nel secondo trimestre 2016, nelle province delle otto principali città italiane per popolazione, si sono avute complessivamente poco più di 800 compravendite per il settore terziario, in aumento del 9,2% rispetto al II trimestre del 2015. Le variazioni tendenziali positive si alternano ad alcune anche decisamente negative. I rialzi più sostenuti, comunque, si registrano a Roma e Firenze. Di contro, a Torino si osserva il calo maggiore.
COMMERCIALE
Tra aprile e giugno di quest’anno è proseguita la crescita delle compravendite nel settore commerciale, dove nonostante il leggero rallentamento del tasso di variazione, il rialzo ha sfiorato il 13% a fronte del +14,5% nel trimestre precedente. L’analisi nel dettaglio delle macro aree geografiche evidenzia una crescita maggiormente sostenuta per i comuni del Sud (+18,9%), seguita dall’area del Nord (+11,5%) e infine al Sud l’aumento è dell’8,5%.
Le otto principali province, con circa 2.600 scambi, segnano complessivamente una crescita pari al 7,4% rispetto all’analogo trimestre del 2015. Tra le province si osservano segni di rialzo ovunque con incrementi sostenuti a Bologna, Roma e Firenze. Uniche eccezioni sono il lieve calo registrato a Milano e la diminuzione a Palermo
PRODUTTIVO
Il settore produttivo (capannoni e industrie) nel secondo trimestre 2016 mostra una forte accelerazione della dinamica espansiva già iniziata nel trimestre precedente, con un tasso tendenziale di crescita più che quadruplicato, da +7,0% a +28,7%. Le macro aree nelle quali si concentra la crescita sono il Sud (che quasi raddoppia il volume di compravendite, pur partendo da numeri bassi) e il Nord (che prevale in termini assoluti, penalizzato nelle percentuali dal volume di partenza nettamente più alto); sostanzialmente stabile invece il Centro (+1,8%, superato in termini assoluti in questo trimestre dal Sud).
Nelle otto province delle principali città, nel secondo trimestre del 2016 si sono registrate 642 transazioni di immobili nel settore produttivo, con una crescita del 17,2% rispetto al secondo trimestre del 2015. In termini assoluti, il contributo più significativo è stato fornito da Roma (+45 compravendite) e Bologna (+26 transazioni); seguono Genova e Napoli. In flessione, invece, Torino e Palermo, mentre risultano sostanzialmente stabili Milano.