Nel terzo trimestre del 2016, rispetto all’analogo periodo del 2015, i prezzi di vendita degli appartamenti sono aumentati mediamente del 3,4% nell’Eurozona e del 4,3% nell’Unione europea. È quanto comunicato, nei giorni scorsi, da Eurostat: l’istituto statistico dell’Ue. Quotazioni in aumento anche rispetto al secondo trimestre 2016 : +1,3% nella zona Euro e +1,5 nei Paesi dell’Ue. Questo trend positivo, tuttavia, non offre all’Italia ragioni per esultare. Tra gli stati membri per i quali i dati sono disponibili, infatti, gli aumenti maggiori dei valori delle case nel terzo trimestre 2016 sono stati registrati in Ungheria (+11,6%), in Lettonia (+10,8%) e in Bulgaria (+8,8%), mentre sono soltanto due i Paesi con il segno meno: Cipro (-3,3%) e appunto l’Italia (-0,9%). In rapporto al trimestre precedente, i più alti incrementi dei prezzi sono stati fatti segnare da Malta (+5,4%), Irlanda (+4,7%), Estonia, Lituania e Ungheria (+3,4% in tutti i casi). Unico ribasso, invece, per la Romania (-0,7%).
Insomma: l’immobiliare del Vecchio continente, pur senza avvicinarsi all’andamento positivo degli Stati Uniti, evidenzia comunque segnali di più o meno forte ripresa. Ed è sulla scia di tale constatazione che forse preoccupa ancora di più la stagnazione del comparto in Italia. Secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa “L’Eurostat certifica che l’Italia è praticamente l’unico Paese europeo in cui il mercato immobiliare è in crisi. La ragione, per chi vuol vederla, è chiara e risiede in una tassazione patrimoniale esasperata che comprime da ormai cinque anni un intero segmento. Bisogna intervenire con urgenza. Non farlo vuol dire rendersi responsabili di una deriva negativa che non si arresterà”.