Una cavalcata inarrestabile. Si può prendere in prestito un’immagine già mutuata anche dalle telecronache sportive per descrivere l’attuale andamento del mercato dei mutui in Italia. Stando alle ultime rilevazioni di Crif, infatti, anche nel mese di novembre la domanda di finanziamenti ipotecari da parte delle famiglie italiane ha fatto registrare una crescita sostenuta (+42,4%) rispetto al corrispondente mese del 2014, che a sua volta aveva fatto segnare un +21,1% rispetto all’anno precedente.
Prendendo in considerazione l’aggregato dei primi 11 mesi dell’anno in corso, l’incremento risulta ancora più marcato, pari a +55,1%, sostenuto anche dalle richieste di surroga e sostituzione stimolate dalla contrazione degli spread offerti dagli istituti di credito e da un’offerta decisamente appetibile.
Come sempre negli ultimi mesi, occorre comunque rimarcare che, malgrado il consolidamento della dinamica positiva, se rapportata al triennio 2009-2011 la domanda segna ancora un ritardo significativo. Peraltro, il dato relativo all’importo medio dei mutui richiesti, che nel mese di novembre si è mantenuto debole, attestandosi a 121.050 euro e confermando un trend in ininterrotta discesa dopo i picchi del 2010. A livello aggregato, nei primi 11 mesi dell’anno l’importo medio è stato pari a 122.167 euro, in calo del -1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando l’importo medio era pari a 124.242 duro) e del -11,5% rispetto al 2008, quando la crisi economica non si era ancora manifestata.
“La contrazione dell’importo medio richiesto – spiega Simone Capecchi, direttore sales & marketing di Crif – è riconducibile sia al calo del prezzo degli immobili oggetto di garanzia ipotecaria sia all’atteggiamento prudenziale degli italiani, che in questa fase tendono a prediligere piani di indebitamento che gravino il meno possibile sul bilancio famigliare”. Ma la contrazione dell’importo medio dei mutui trova riscontro anche nella distribuzione della domanda in funzione dell’importo richiesto, con la classe prevalente nei primi 11 mesi del 2015 che si conferma essere quella compresa tra i 100.000 e i 150.000 euro, con una quota del 30,3% del totale (in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al 2014), seguita da quella al di sotto dei 75.000 euro, con il 26,7%.
Anche il dato sulla durata dei mutui va nella stessa, prudenziale, direzione: la classe compresa tra i 15 e i 20 anni risulta essere la preferita dagli italiani, con una quota pari al 24,1% del totale, seguita da quella compresa tra i 25 e i 30 anni con una quota pari al 21,1%: nel complesso, ormai da alcuni anni gli italiani stanno sistematicamente privilegiando piani di rimborso più lunghi.
Infine, in relazione alla distribuzione della domanda in funzione dell’età dei richiedenti, quasi 2 mutui su 3 vengono richiesti da soggetti di età inferiore ai 44 anni. Nello specifico, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al 37,3% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (24,6%).
“Per i prossimi mesi si prospetta un ulteriore consolidamento della domanda di mutui in virtù di un clima di fiducia ai massimi, che infonde una rinnovata voglia di acquisto dell’abitazione, e degli appetibili prezzi degli immobili”, conclude Capecchi.