[A cura di: Rebecca Genesio]
L’assemblea annuale degli associati Fiaip del Collegio Provinciale di Torino, svoltasi presso Palazzo Lascaris, è stata l’occasione per approfondire temi che in questi ultimi mesi stanno particolarmente a cuore all’associazione: dalla fiscalità immobiliare, al fondo per la morosità incolpevole, alla tutela dei contratti convenzionati, per concludere con la lotta all’abusivismo. Nell’incontro, peraltro, sono stati presentati dati dell’Osservatorio Immobiliare Fiaip Torino, relativi all’anno 2014. Ma la partecipazione all’assemblea del presidente nazionale della Federazione, Paolo Righi (foto di Alberto Batistini) ha rappresentato, per Italia Casa e Quotidianodelcondominio.it, anche e soprattutto l’occasione per fare il punto sugli obiettivi della Fiaip, e sullo stato di salute del mercato immobiliare.
Presidente Righi, può farci un bilancio dell’andamento del mercato e delle sue prospettive a medio termine?
Il primo trimestre 2015, sta offrendo segnali positivi, che fanno perno su un aumento del numero delle transazioni e un ancor più considerevole incremento dei mutui, che oggi tocca circa il 30-32% rispetto al trimestre precedente. Certo, bisogna rimarcare che la parte di mutui relativa a nuove erogazioni è del 7-8%, mentre il resto sono surroghe. Però sono tutti segnali positivi, che partono da dati sconfortanti; quindi anche un piccolo aumento è un grande successo. Vedremo nel prossimo trimestre se questi dati saranno confermati.
Lei ritiene che l’introduzione della local tax dal 2016 possa essere uno stimolo per la ripresa del mercato oppure un freno per il timore che la nuova imposta nasconda l’ennesimo aumento del carico fiscale sulla casa?
Diciamo che la local tax in sé è una buona cosa, in quanto è una tassa unica che dà maggiore chiarezza dopo lo scandalo dovuto alla fantasiosa imposizione di Imu e altre tasse. È chiaro, tuttavia, che il Governo non deve scaricare sui Comuni un aumento del gettito, ed è proprio questo il grande timore; noi speriamo che l’Esecutivo sia chiaro, che ci sia invarianza di gettito quantomeno, ma speriamo soprattutto che comprenda che l’economia italiana riparte solo se riparte l’immobiliare, quindi l’obiettivo deve essere quello di abbassare le tasse. Auspichiamo che ciò venga recepito dal Governo. Se così sarà, la local tax farà maggiore chiarezza e quindi renderà più trasparente il mercato e permetterà agli investitori di capire, finalmente, quale sia il carico fiscale, dato che oggi in Italia abbiamo all’incirca 19 tasse sulla casa, e penso che nessuno possa comprendere quanto paga realmente.
Tra le altre diatribe, è di particolare attualità quella sull’ingresso delle banche nel settore della mediazione immobiliare? Qual è la sua posizione?
La nostra posizione è molto semplice: non è un problema di concorrenza, anzi ben vengano i players, anche perché un po’ di competizione fa bene al mercato. Ma qui siamo in presenza di istituti di credito che hanno una legislazione particolare, tutelata anche dalla Costituzione, che hanno aiuti da parte dello Stato ed europei, e quindi la competizione con le imprese normali non esiste, perché essi partono da una posizione di forte vantaggio. Inoltre, non sono terzi rispetto alle parti, perché conoscono tutti i dati della nostra vita, e questo comporterebbe l’imposizione di una sorta di vendita forzata. In più, è bene rimarcare che la banca, a livello sociale, deve fare raccolta-impiego, ossia aiutare le imprese a cui oggi invece lei si vuole sostituire.
Intanto, il mercato immobiliare italiano sta trascendendo i confini nazionali per assumere una vocazione europea. Qual è il ruolo di Fiaip in tale processo?
Due mesi fa a Bruxelles un nostro rappresentante è stato eletto alla presidenza nazionale degli agenti immobiliari europei, che è un’unica associazione che coinvolge tutti i paesi dell’Unione. Noi pensiamo che l’internazionalizzazione e la vendita del nostro prodotto immobiliare all’estero abbia un appeal molto forte, sia per la cultura che per la bellezza del nostro Paese. Purtroppo oggi, la tassazione non chiara non permette ancora agli investitori di capire il carico fiscale legato al mattone italiano. Tante volte ci troviamo ad accogliere delle delegazioni di stranieri, e devo dire che riuscire a spiegare come funziona la tassazione italiana è un compito davvero arduo, quindi auspichiamo davvero in una semplificazione, in modo che in Italia il mercato possa ripartire anche grazie all’apporto dato dagli investitori oltreconfine.