Tra mutui per la casa e prestiti – finalizzati o meno – un terzo degli italiani è indebitato.
È quanto emerge da uno studio strutturato e capillare sull’utilizzo del credito da parte degli italiani nell’intero anno 2016 partendo dall’analisi dei dati disponibili in EURISC: il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 81 milioni di posizioni creditizie.
Nello specifico, lo studio si propone di fornire periodicamente una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori italiani, evidenziando le principali differenze a livello territoriale relativamente all’indebitamento.
MAPPA DEL CREDITO
Dallo studio è emerso che a livello nazionale circa un terzo degli italiani, più precisamente il 34,6% del totale della popolazione maggiorenne (+1,8% rispetto alla rilevazione precedente), ha almeno un contratto di credito rateale attivo e, a livello pro-capite, mensilmente rimborsa rate per un importo pari a 360 euro. Inoltre, mediamente, i soggetti attivi nel credito hanno un indebitamento residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – pari a 34.462 euro (+0,6%).
I FINANZIAMENTI
Quali sono le forme di finanziamento più diffuse? Dall’analisi condotta da Mister Credit risultano al primo posto i prestiti finalizzati, ossia quei prestiti destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. Tali operazioni di credito hanno un peso in termini di numerosità pari al 43,3% sul totale (-0,3%).
Al secondo posto si collocano i prestiti personali, che si legano alla rinnovata progettualità delle famiglie nel nuovo contesto di miglioramento del clima economico generale, con una incidenza pari al 33,9%. Infine, la componente dei mutui per acquisto di abitazioni, che si caratterizzano per una incidenza del 22,8% sul totale (in aumento del +3,1% rispetto alla precedente rilevazione).
IL TERRITORIO
La quota di popolazione con almeno un rapporto di credito attivo varia da regione a regione. Entrando maggiormente nel dettaglio, dallo studio emerge che in Toscana il 39,7% della popolazione maggiorenne ha almeno un rapporto di credito attivo, e questo la pone al primo posto della classifica nazionale, seguita da Friuli-Venezia Giulia (con il 37,6%), da Sardegna (con il 37,5%), da Lazio e Lombardia (entrambe con il 36,7% della popolazione). All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 17,7% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, sopravanzato a debita distanza dalla Basilicata (con il 28,4%) e dal Molise (con il 29,3%).
Relativamente alla distribuzione delle diverse tipologie di contratti di credito all’interno del portafoglio delle famiglie, per quanto riguarda i mutui l’incidenza più elevata è risultata essere quella dei friulani, con il 31,6% del totale, seguiti dagli emiliano-romagnoli, con il 27,6%, e dai lombardi, con il 27,4%. Agli ultimi posti della graduatoria, tutte al di sotto della media nazionale, si collocano invece regioni del Sud e Isole, in particolare la Calabria, la Sardegna e la Campania, rispettivamente con il 14,9%, il 16,1% e il 16,4% del totale.
Relativamente alla forma tecnica dei prestiti personali, invece, l’incidenza più elevata è quella riscontrata in Molise, con il 39,1% del totale, davanti alla Sardegna, con il 37,7%. Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Lombardia mostrano, al contrario, un’incidenza decisamente inferiore alla media nazionale.
Infine, per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, sono i cittadini della Calabria e della Campania quelli con la più elevata incidenza, rispettivamente con il 51,0% e il 49,4% del totale.
LA RATA MENSILE
Le regioni in cui i cittadini ogni mese devono sostenere la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 415 euro, la Lombardia (con 407 euro) e il Veneto (con 406 euro). A seguire troviamo la Toscana e l’Emilia-Romagna, rispettivamente con 395 e 386 euro. Per interpretare questa dinamica va però considerato che in queste regioni, in primis la Lombardia, si rileva una elevata incidenza dei mutui all’interno del portafoglio delle famiglie, che tipicamente hanno un importo da rimborsare più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate. Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile spesso risulta più elevato della media nazionale. Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate medie mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 303 euro, in Sardegna (308 euro) e in Sicilia (313 euro) in virtù della maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che solitamente si caratterizzano per un importo più contenuto.
DEBITO RESIDUO
Analogamente a quanto evidenziato a proposito della rata media mensile, anche per l’indebitamento medio residuo troviamo la Lombardia al primo posto del ranking nazionale, con 43.340 euro pro-capite, che ancora devono essere rimborsati. Segue a debita distanza il Trentino-Alto Adige, con 40.933 euro. Anche Emilia Romagna e Veneto si caratterizzano per un’esposizione residua superiore ai 39.000 euro. All’estremo opposto della classifica, con soli 22.571 euro, i cittadini della Calabria risultano avere un indebitamento residuo pari più o meno alla metà di quello dei lombardi. Insieme alla Sicilia, è l’unica regione al di sotto dei 25.000 euro pro capite.
L’ANALISI
“Abbiamo realizzato la Mappa del Credito per dare ai consumatori uno strumento utile a capire come cambia l’utilizzo del credito in Italia a seconda delle aree geografiche, spostandosi tra le varie regioni e province della nostra penisola con un semplice clic del mouse – spiega Beatrice Rubini, direttore della linea MisterCredit di CRIF -. Obiettivo della Mappa è anche dare la possibilità ad ognuno di confrontare il proprio indebitamento rispetto alla realtà in cui vive, posto che la gestione del credito è personale rispetto al proprio reddito, alle proprie esigenze e prospettive. Tradizionalmente gli italiani sono poco indebitati e il livello di sostenibilità della rata mensile rispetto al reddito disponibile è mediamente elevato. Questo anche perché nei momenti di maggiore difficoltà e incertezza, in particolare relativamente al mercato del lavoro, le famiglie sono portate ad adottare un atteggiamento estremamente prudente”.