Con il nuovo anno accademico ormai alle porte, si ripropone, per gli studenti universitari fuori sede si riapre la stagione di caccia all’appartamento in affitto. E anche quest’anno i trasferisti dovranno fare i conti con un incremento dei canoni di locazione. È quanto emerge da un report del portale SoloAffitti ripreso in questi giorni dal sito specializzato Idealista.
Stando al report di SoloAffitti, gli studenti universitari fuori sede alla ricerca di una casa (o quantomeno di una camera) in affitto troveranno ad attenderli un nuovo rincaro dei canoni, pari al 6% medio ma con picchi ben più elevati, come dimostrano i casi di Firenze (+12%) e Torino (+25%).
“Per una camera singola – spiega Isabella Tulipano, dell’ufficio studi di Solo Affitti – si pagano mediamente 312 euro al mese, contro i 218 euro a persona richiesti per un posto letto in doppia. I prezzi di queste stanze sono in aumento soprattutto nelle grandi città, dove i canoni medi delle singole sono più alti, inducendo gli studenti a ripiegare sulla condivisione della camera”.
Con un canone medio di 575 euro mensili, Milano si conferma la città italiana dove si paga di più per affittare una stanza singola. I prezzi diventano più abbordabili a Roma (399 euro/mese), nonostante i canoni siano cresciuti di circa 20 euro.
Sempre secondo l’analisi di Solo Affitti, gli universitari a Torino pagano circa 360 euro al mese per una camera, 73 in più rispetto allo scorso anno. A seguire Firenze (358 euro), dove l’esborso mensile è cresciuto di circa 40 euro, e Bologna (350), invariata rispetto allo scorso anno.
I canoni di locazione presentano una certa dinamicità anche a Padova (335 euro /mese, con prezzi in crescita di 35 euro), Genova, Pavia (300 euro ciascuna), dove l’aumento è compreso tra i 50 e i 75 euro.
Le quotazioni delle singole sono invece più accessibili a Siena (300 euro), che si conferma sugli stessi livelli dell’anno scorso, Napoli (283 euro), dove i canoni sono calati del 19%, e a Parma (275), con prezzi in diminuzione di circa il 12%.
Infine, chi vuole avere una camera tutta per sé pagherà in media 250 euro al mese a Cagliari e Catanzaro, dove i prezzi sono cresciuti di 20 euro rispetto al 2018, 230 euro a Bari (-6%); 225 euro a Pescara (-6%) e 200 euro nella più economica Perugia, con canoni stabili rispetto allo scorso anno.
I prezzi mensili delle stanze doppie sono cresciuti mediamente di 14 euro (+7%), con il capoluogo meneghino (+11%) che anche in questo caso è in cima alla classifica delle città più care d’Italia: 395 euro/mese a persona per un posto letto in doppia. Quotazioni più basse di un terzo a Bologna e Rimini (270 euro ciascuna), dove i canoni per questa tipologia di camere sono più alti che a Roma (258 euro/mese, +5% rispetto al 2018).
Solo Affitti rileva prezzi in crescita anche a Torino (+2%), Firenze (+7%) e Padova (+25%), dove un universitario alla ricerca di un posto letto in stanza doppia paga circa 250 euro.
In controtendenza Napoli, dove i canoni medi si sono ridotti di 10 euro (-5%) rispetto allo scorso anno, attestandosi attorno ai 190 euro, poco più che a Parma (180), dove il calo dei prezzi è stato di 20 euro. Le camere doppie sono più a buon mercato a Genova, Bari (150 euro ciascuna) e Pescara (130 euro).
“I contratti agevolati – spiega ancora Isabella Tulipano – sono largamente utilizzati nelle diverse forme del canone concordato 3+2, del contratto a studenti universitari fuori sede, e del transitorio. Questi strumenti sono scelti nell’83,6% dei casi perché a fronte dell’applicazione di prezzi di affitto calmierati, i padroni di casa beneficiano di una tassazione più conveniente: cedolare secca al 10%, invece del 21%, e aliquota IMU ridotta del 25%”.
I contratti agevolati trovano larga applicazione soprattutto nelle città dove gli accordi territoriali tra comune e associazioni di proprietari e inquilini sono stati aggiornati di recente o risultino comunque sufficientemente allineati ai valori di mercato degli affitti, come ad esempio a Roma, Firenze e Napoli (93% ognuno). Stentano, invece, a decollare in alcune altre città come a Milano, dove sono utilizzati solo nel 22% dei, casi perché i canoni calmierati sono troppo distanti da quelli di mercato e i proprietari, di conseguenza, non trovano conveniente applicarli.
Nella ricerca dell’alloggio gli studenti privilegiano la vicinanza alla facoltà (62,3%) e, a pari merito, un’adeguata presenza di mezzi pubblici. Da quest’ultimo punto di vista, Solo Affitti ha rilevato che, soprattutto nelle città dove il costo dei posti letto è più elevato, gli studenti sono sempre più disposti a rinunciare alla vicinanza alla sede universitaria per una casa meno costosa ma ben collegata alla facoltà con i mezzi pubblici.
“Tra gli optional – conclude Tulipano – oltre a un arredamento moderno e confortevole, non sempre presente nelle case affittate agli studenti universitari, viene ormai ritenuta prioritaria la dotazione di wi-fi. Poco importante la presenza di aria condizionata, mentre in forte discesa nelle preferenze degli studenti sono lavatrice e lavastoviglie: una scelta indotta dal bisogno di minimizzare le spese”.
Infine, vista la crescita dei prezzi degli affitti e l’esigenza conseguente di condividere la stanza o l’appartamento con altri studenti, aumenta la richiesta di immobili in cui alloggino persone dello stesso sesso (15,1%).