[A cura di: Vincenzo Perrotta] Mancano meno di sei mesi all’entrata in vigore della contabilizzazione obbligatoria del calore in ambito condominiale, nonché del collegato disposto normativo di attuazione UNI 10200. Poco tempo, soprattutto considerato il fatto che gli interventi da realizzare sugli impianti di riscaldamento al fine di renderli conformi alla legge potranno essere effettuati, al massimo, fino alla fine della stagione estiva. Eppure, aumenta ogni giorno il novero di chi sostiene che la UNI 10200 presenti ancora numerose lacune e debba essere, per questo, modificata.
Tra questi, la proprietà edilizia, con l’Ape Confedilizia di Torino che si è fatta portavoce di un coordinamento di realtà e di operatori del settore, impegnati a portare avanti concrete proposte di modifica da proporre al legislatore. Ma quante sono le speranze che queste misure vengano accolte dal Comitato termotecnico italiano (Cti) e perché è così importante apportare dei correttivi alla normativa tecnica? Lo abbiamo chiesto ad Anna Rosa Penna, responsabile del coordinamento legali di Ape Confedilizia Torino.
Il motivo per il quale è stato redatto e sottoscritto questo documento, che contiene tutta una serie di proposte al Comitato Termotecnico che si occupa della rivisitazione della UNI 10200, è la convinzione, condivisa dalle associazioni e dai collegi firmatari (Ape Torino Confedilizia, Collegio costruttori Ance, Collegio geometri, Fiaip e Agiai) del fatto che la normativa tecnica, anche in questa forma rivisitata, presenti delle lacune. Riteniamo che il risparmio energetico e tutto quello che ne consegue costituisca una grossa scommessa per il futuro, a favore sia della proprietà immobiliare, sia dei costruttori e degli agenti immobiliari, sia di tutti coloro che operano nell’ambito immobiliare. Una scommessa che deve essere gestita in modo attento e virtuoso. Quello che ci dicono l’Europa e lo Stato italiano con il decreto legislativo 102 del 2014 è che serve l’efficientamento energetico attraverso la riqualificazione dell’esistente e, nello stesso tempo, l’efficienza in termini di costi e di fiscalità.
Noi auspichiamo di sì. Ci crediamo fortemente e desidereremmo venissero accolte, o quantomeno di essere sentiti laddove vi fossero delle non condivisioni da parte del Comitato, in modo da poter spiegare quali sono i ragionamenti, squisitamente tecnici, che ci sono alla base. Tutti gli operatori del settore sanno che esistono unità immobiliari che sono pregiudicate dagli interventi di contabilizzazione e termoregolazione del calore, ovverossia gli ultimi piani, i piani pilotis, i sottotetti e le unità immobiliari poste a nord. Da un lato pensiamo si debbano inserire dei coefficienti correttivi minori di 1 per quelle unità immobiliari che abbiano tali caratteristiche, cioè in ordine alle quali vi sia della dispersione di calore conseguente a un’omessa coibentazione condominiale. Dall’altro lato, dei correttivi maggiori di 1 per le restanti unità immobiliari. Questo fino a quando il condominio non provveda a eseguire i necessari interventi di riqualificazione dell’involucro condominiale nel suo complesso, effettuati i quali, questi correttivi andranno eliminati. E ancora, crediamo sia necessario prevedere che i consumi involontari siano ripartiti in base alle tabelle dei vari condomini, siano essi calcolati in metri cubi o millesimi, in modo da creare semplificazione ed evitare il fenomeno della conflittualità ampia in sede condominiale. Infine, bisogna prevedere un minimo di temperatura per evitare il fenomeno del “riscaldamento parassita”: pensiamo alle unità immobiliari che sono collocale al centro dello stabile, che magari non mantengono la temperatura a un minimo e così beneficiano del calore delle abitazioni vicine.
Ape Confedilizia si muove in ogni ambito per cercare di essere attiva, presente e vicina ai proprietari di casa. Riteniamo che in questo periodo storico vi siano delle scommesse importanti. Di fatto lo Stato italiano, recependo la direttiva europea, prevede delle detrazioni fiscali in ambito di risparmio energetico. Ape Confedilizia crede che tali detrazioni, assieme alla riqualificazione energetica e alla termoregolazione del calore debbano essere viste in modo congiunto, in modo che i proprietari possano ritrovarsi, in futuro, delle proprietà immobiliari riqualificate e quindi con un valore economico maggiore. E dall’altro, però, sostenere i costi in modo attento e tale da non avere poi penalizzazioni, ma anzi fruire delle facilitazioni che lo Stato dà alla proprietà.